Foxconn porterà i suoi mega stabilimenti anche negli Stati Uniti e qui costruirà iPhone e Mac. La dichiarazione arriva da Hon Hai Group, il “cappello” che controlla Foxconn – la grande multinazionale con sede a Taiwan che produce componenti elettrici ed elettronici operando a contratto per conto di Apple e tanti altri big del settore informatico. Fino a oggi la stragrande maggioranza dei prodotti Apple viene costruita e assemblata in stabilimenti Foxconn in Cina.
“Abbiamo in programma di arrivare negli Stati Uniti e produrre lì iPhone e Mac”. È quanto dichiarato da un portavoce dell’azienda a BusinessKorea. La scelta, com’è facile immaginare, è frutto di richieste specifiche alle aziende da parte di Donald Trump, un cavallo di battaglia della sua campagna elettorale che lo ha portato a diventare il nuovo Presidente degli USA. Tra le promesse di Trump, incoraggiare i produttori a costruire o espandere le fabbriche negli Stati Uniti con incentivi fiscali.
Apple ha preso sul serio le promesse di Trump: a novembre il presidente eletto aveva riferito nel corso di un’intervista che per lui sarebbe “una vera conquista” convincere Apple a riportare la produzione negli Stati Uniti, anziché continuare a importare dispositivi e prodotti da nazioni quali Cina e Vietnam, realizzati da partner addetti alla fabbricazione.
Apple ha recentemente chiesto a Foxconn di valutare la fattibilità tecnica ed economica di spostare la produzione dei suoi dispositivi negli USA. Terry Gou, il presidente di Foxconn aveva spiegato che questo innalzerebbe i costi di produzione rispetto a quelli che è possibile ottenere in Cina.
Tim Cook ha più volte spiegato che la produzione in Cina avviene non tanto per una questione di costi della manodopera ma per il livello di abilità e competenze delle aziende. “Gli americani” aveva detto il CEO di Apple, “hanno perso quel tipo di abilità vocazionali; voglio dire, se mettessi insieme tutti gli attrezzisti e gli stampisti degli Stati Uniti riempiresti la stanza in cui sediamo ora, mentre in Cina ti occorrerebbero più campi da calcio”.
Si stima che per costruire iPhone 7 occorre manodopera per un costo totale di 10 dollari in Cina, mentre spostando la fabbrica in USA la spesa salirebbe a 30 dollari oppure 40 dollari, fattore che farebbe lievitare il prezzo finale di iPhone 7 da 649 dollari a 700 dollari. Per limitare il problema Apple e Foxconn potrebbero ricorrere a un maggior impiego di robot.
Anche se a partire dalla Corea la notizia si sta diffondendo online, occorre accoglierla con un po’ di cautela: risulta molto strano che un annuncio di questa portata arrivi direttamente da Foxconn e non da Apple. Le clausole che Cupertino richiede ai propri fornitori e assemblatori impongono la riservatezza assoluta sugli ordinativi in corso e su quelli futuri, dettaglio che contrasta apertamente con le dichiarazioni attribuite in queste ore a Foxconn.