Nelle scorse ore era emerso il piano di riapertura delle fabbriche Foxconn in Cina, con l’obiettivo di raggiungere il 50% della capacità produttiva entro fine febbraio per poi salire fino all’80% a marzo e poi a pieno regime entro aprile. Pur non essendo ufficiali report e numeri sono stati segnalati da Reuters e ritenuti attendibili dagli osservatori.
Ora però Foxconn non solo smentisce il report, ma non offre nessuna tempistica alternativa e, peggio ancora, non annuncia alcun aggiornamento sullo stato attuale delle presenze di ritorno degli operai negli stabilimenti né sui livelli di produzione attuali.
Ricordiamo che Foxconn aveva in programma la riapertura delle fabbriche in Cina per il 10 febbraio, ma in quella data solo il 10% degli operai è tornato a lavorare nello stabilimento di Zhenghzou, il più grande al mondo per la produzione di smartphone dove vengono assemblati iPhone 11 e iPhone 11 Pro.
Secondo le ultime notizie disponibili la sede di Foxconn di Shenzhen, un’altra fabbrica di iPhone, risulta ancora chiusa perché non ha ottenuto il permesso di riprendere le attività dalle autorità locali. Limitazioni alla circolazione, ai viaggi sui mezzi pubblici e anche lo stop di attività commerciali e produttive sono alcune delle misure attivate nel tentativo di contenere il più possibile la diffusione di coronavirus.
Così anche se nelle scorse settimane, quando gli effetti e la diffusione di coronavirus non erano ancora chiari, Foxconn ha dichiarato che gli effetti sulla produzione e ordinativi sarebbero stati limitati, in queste ultime ore si cominciano a rilevare consistenti allungamenti per le tempistiche di consegna di Airpods Pro, diversi Mac soprattutto nelle configurazioni personalizzate e in generale per diversi prodotti di Cupertino.
Sempre nelle scorse ore l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che coronavirus è la peggior minaccia dell’umanità, mentre il conteggio degli infettati e purtroppo anche dei decessi continua a salire. Dopo un lungo elenco di ritiri la GSMA si è arresa all’evidenza cancellando MWC 2020. Tutto lascia presagire che lo stop forzato della produzione e delle fabbriche Foxconn in Cina proseguirà ancora, così nel momento in cui scriviamo, è lecito prevedere che i tempi di consegna dei prodotti Apple a listino potrebbe allungarsi ulteriormente, mentre i nuovi prodotti che devono ancora essere annunciati potrebbero slittare più avanti nel tempo.
Secondo gli ultimi report Apple e Foxconn stanno affrontando l’emergenza in Cina spostando parte della produzione in India e Taiwan, mossa forse già intrapresa anche per l’inizio della produzione di iPhone 9 o iPhone SE 2. Il blocco o le limitazioni degli ingegneri Apple in Cina sembra aver anche bloccato test e validazioni dei prototipi di iPhone 12 5G attesi a settembre. Apple potrebbe comunque presentarli a settembre, ma se la situazione non migliorerà, alcuni già prevedono che potrebbe essere posticipato l’inizio della commercializzazione.
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