L’acquisizione Foxconn Sharp non è ancora cosa fatta: i tentennamenti questa volta arrivano da Taiwan. Foxconn sembra volere ancora tempo prima dell’OK definitivo per il rilevamento di Sharp. Il Wall Street Journal cita sue fonti secondo le quali l’azienda taiwanese ha sospeso le decisioni dopo avere esaminato il rischio finanziario della multinazionale giapponese. Il dubbio nasce da un elenco di passività che ammontano a 350 miliardi di yen, costi che l’azienda sarebbe costretta ad affrontare derivanti dall’esito di alcune cause giudiziarie, variazioni sul piano contabile, contratti di fornitura e altre incertezze.
Le fonti del WSJ riferiscono che Foxconn avrebbe esaminato un elenco con 100 incertezze e rischi, è propende per lasciar perdere l’affare. Specifiche comunicazioni sono state avviate con Sharp; “dobbiamo posticipare la firma” si legge in un comunicato dei taiwanesi, “sperando di fare velocemente chiarezza affinché l’accordo arrivi a conclusione”.
La nuova posizione giunge con sorpresa perché l’accordo era dato ormai per scontato da tutti e la stessa Sharp aveva comunicato che l’accordo era definitivo. Per l’acquisizione a quanto pare Foxconn aveva proposto inizialmente 660 miliardi di yen (5,9 miliardi di dollari), ma secondo il WSJ è arrivata in seguito a offrire 700 miliardi di yen (6.24 miliardi di dollari). Sharp aveva spiegato che sarebbero state emesse nuove azioni a fronte di un’infusione di 489 miliardi di yen. Foxconn avrebbe acquistato azioni privilegiate detenute da due creditori, l’unità bancaria del Mizuho Financial Group e il Mitsubishi UFJ Financial Group, per 100 miliardi di Yen.
L’acquisizione di Sharp è oggetto di discussione in Giappone giacché non tutti sono favorevoli alla cessione della società, nata 103 anni fa,, a mani straniere. Il Primo Ministro Shinzo Abe è favorevole all’apertura di investimenti che arrivano dall’estero. Il Ministro dell’Economia, commercio e industria parlando con i giornalisti ha detto di sperare che Sharp possa svilupparsi nelle mani di Foxconn e di ritenere al sicuro i posti di lavoro e l’economia della regione.