Chi rimane in fabbrica avrà i bonus quadruplicati: è l’ennesima offerta di Foxconn ai dipendenti della fabbrica di Zhengzhou, nella Cina centrale, che hanno deciso di restare a lavorare nonostante il sopraggiungere dell’epidemia di COVID.
Cosa è successo
E’ delle scorse ore infatti la notizia di un nuovo focolaio nella struttura che, a causa dell’inasprimento delle regole del paese, ha portato molti dipendenti a propendere per il rientro a casa. La paura di una possibile infezione ha fatto sì che alcuni mettessero in atto una vera e propria fuga dal fabbricato, sicché adesso il rischio che la produzione rallenti è più concreto che mai.
Per questo motivo la società, dopo aver promesso compensi aggiuntivi che arrivano fino al 20% dello stipendio mensile, ha deciso di quadruplicare i bonus a tutti quelli che accettano di correre il rischio e restare in fabbrica a lavorare senza tornare a casa fino alla fine dell’epidemia.
A quanto ammontano i bonus
Dai 100 yuan giornalieri (poco meno di 15 euro) si passerà quindi a 400 yuan, ma non è chiaro se questo basterà per mettere un freno al fuggi-fuggi generale. Durante il weekend pare infatti che diversi lavoratori hanno lasciato la fabbrica, scoraggiati dal peggioramento delle condizioni. Secondo i media locali sarebbero stati messi in «condizioni miserabili», tanto che all’inizio pare non ci fosse neppure abbastanza da mangiare e da bere per tutte.
Come verrà gestita la situazione
Non sappiamo com’è la situazione adesso, ma il punto è che Foxconn, colta di sorpresa dallo scoppio dell’epidemia nella fabbrica, non ha avuto altra scelta che seguire le direttive del governo, molto più restrittive che in passato nel tentativo di bloccare sul nascere la diffusione del virus.
Il produttore deve ancora confermare quante sono le diagnosi di COVID-19: per ora pare comunque che non ci sono state infezioni gravi. Nel frattempo è stato istituito un team per trasferire il personale infetto e mantenere l’ordine tra gli altri soggetti in quarantena.
Il problema per Apple
Questa situazione potrebbe diventare problematica anche per i clienti di Foxconn, tra cui come sappiamo c’è in prima fila Apple: nei periodi di punta la forza lavoro aumenta anche di 350.000 unità, e già oggi si ipotizza un -30% di iPhone assemblati a causa di questa epidemia di coronavirus. E con il Natale alle porte, i ritardi nelle consegne potrebbero diventare anche importanti.