Foxconn si è aggiudicata un contratto per produrre componenti-chiave destinati ai server per conto di Google nella tormentata struttura del Wisconsin. A riferirlo è Bloomberg spiegando che la struttura in questione dovrebbe cominciare a produrre componenti destinati ai server a partire dal primo trimestre del 2021, in tempo con il rilascio dei chip Ice Lake di Intel destinati ai server. Al momento Foxconn sta predisponendo nello stabilimento le linee di assemblaggio che consentono di sistemare i semiconduttori sui circuiti stampati.
Foxconn avrebbe finalmente deciso di sfruttare la struttura nata nel Wisconsin (fortemente voluta da Donald Trump) anziché le consuete che si trovano in Cina o Taiwan. Hon Hai Precision Industry Co., meglio nota come Foxconn, è una delle aziende taiwanesi che sta cercando di trovare nuovi modi di espandersi negli USA, riducendo la dipendenza dalle strutture cinesi, e riducendo inoltre la sua dipendenza da Apple, azienda dalla quale dipende metà del suo fatturato. Altre aziende che vuole operare negli USA è Taiwan Semiconductor Manufacturing Co (TSMC) che ha ottenuto incentivi per creare a Phoenix (Ariona) una struttura da 12 miliardi di dollari che si occuperà di chip.
La tormentata struttura di Foxconn nello stato era stata presentata da Trump come un elemento cruciale che avrebbe dovuto permette di ricreare posti di lavoro nel settore manifatturiero negli USA. Dalla presentazione nel 2018, l’attività nel Wisconsin è stata travagliata da ritardi, cambi di direzione e a un certo punto è sembrato di capire che Foxconn non sapeva più che fare con la struttura (si era parlato, tra le altre cose, della possibile produzione di display LCD).
A ottobre di quest’anno in una relazione statale si era fatto esplicitamente riferimento alla struttura in questione come un qualcosa di meramente dimostrativo, non intravedendo possibili attività commerciali redditizie. Lo scorso anno il sito The Verge verificò le strutture del Wisconsin in teoria destinate alla produttrice di componenti elettronici scoprendo una serie di edifici vuoti, con lavori molto lontani dall’essere terminati.