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Nuove indiscrezioni evidenziano il malcontento che serpeggia nella catena di fornitura di Apple dovuto alle vendite iPhone in calo per la prima volta dalla sua introduzione nel 2007. Secondo fonti del Nikkei Terry Gou, presidente di Foxconn avrebbe dichiarato ai propri collaboratori di aspettarsi vendite iPhone deboli fino almeno ai primi mesi del 2017. Il dato sembrerebbe confermato anche da altri risultati del gruppo, meno 5,5% del fatturato nei primi 6 mesi di quest’anno, e dalle dichiarazioni di Gou al premier cinese Li Keqiang, di ordinativi e fatturato in calo per l’anno in corso.
Altri ancora confermano il calo in corso rispetto agli anni precedenti, soprattutto rispetto agli elevati record di vendite registrati nel 2016 con iPhone 6: per il 2016 in corso un fornitore definito come “principale” prevede vendite complessive comprese tra 210 e 220 milioni, quindi un calo dell’8,6% rispetto al 2015.
Il calo vendite iPhone genera accumuli di scorte, parti e componenti nei magazzini dei fornitori ma, secondo alcuni, la situazione sarebbe aggravata anche da alcune scelte strategiche di Cupertino. Il dito è puntato contro la decisione di Apple di proporre modelli di iPhone in diverse colorazioni ma anche contro la tendenza di Cupertino di effettuare ordinativi extra, una pratica che funziona, sempre secondo i costruttori, quando la domanda è forte ma che crea problemi di inventario e magazzino per i principali fornitori.
La frase attribuita a Terry Gou di Foxconn si va così ad aggiungere al numero crescente di anticipazioni e previsioni che indicano già da alcune settimane vendite iPhone deboli anche con l’introduzione dell’atteso iPhone 7 in arrivo a settembre. Secondo questa tesi il mantenimento di un design quasi identico alle ultime due generazioni e l’assenza di novità tecnologiche di spicco, in grado di intrigare gli utenti e spingerli all’acquisto, determinerà vendite inferiori rispetto ai precedenti lanci.
