Foxconn, la più grande produttrice di componenti elettrici ed elettronici per gli OEM in tutto il mondo e il più importante partner di Apple, è finito nel mirino delle autorità cinesi per presunte “irregolarità fiscali” e per le modalità con le quali usa terreni in molti dei suoi siti nel Paese del Dragone.
Secondo quanto riferito dai media statali, le autorità stanno ispezionando gli impianti produttivi dell’azienda situati nella provincia meridionale del Guangdong e in quella orientale del Jiangsu, oltre ad avere avviato indagini su suoli usati dalla società nelle province centrali di Hunan e Hubei.
Quelli che potrebbero sembrare normali verifiche potrebbero in realtà essere state predisposte per mettere pressione su Terry Gou, il fondatore di Foxconn, candidato come indipendente alle presidenziali di Taiwan.
Foxconn gestisce numerosi impianti in Cina che danno lavoro a più di un milione di persone; la sua scelta di correre per la presidenza a Taiwan non è ben vista da Pechino e offerte di colloqui sono state rifiutate dai cinesi.
In una dichiarazione per CNBC, Foxconn ha indicato “la volontà di cooperare appieno” nelle indagini in corso. “La conformità legale dovunque operiamo nel mondo è un principio fondamentale di Hon Hai Technology Group (Foxconn, ndr”, si legge nella dichiarazione. “Vogliamo collaborare attivamente con le pertinenti unità sulle attività connesse al lavoro e alla gestione”.