Le prime recensioni osannano la qualità fotografica di iPhone XS, tuttavia Apple nelle specifiche tecniche dei componenti presenta dati identici a quelli di iPhone X. Tant’è che qualcuno ha anche analizzato la presentazione del 12 settembre, principalmente incentrata proprio sulla fotografia con iPhone, trovando almeno 7 punti in cui si può effettivamente non essere d’accordo. Alla luce di tutto questo è allora lecito chiedersi: c’è stato davvero un cambiamento? E se sì, dove sta?
A queste domande risponde John Gruber, la cui recensione si concentra quasi totalmente sull’analisi della fotocamera, con un confronto diretto proprio con il predecessore iPhone X per cercare l’eventuale presenza di differenze negli scatti. A volte questa differenza appare sottile – dice – altre volte tra i due non c’è storia: iPhone XS può fare foto e video cui iPhone X, semplicemente, non può arrivare
Tant’è che il blogger ne giustifica l’upgrade solo in ottica fotografica (ci sono poi sempre le eccezioni, come chi viaggia che potrebbe beneficiare della doppia SIM o chi, per solo gusto estetico, preferisce il telefono nella nuova colorazione oro). Ciò che si evince dalla profonda analisi è però una mancata pubblicizzazione da parte di Apple di una serie di novità hardware che possono cambiare lo scenario. Perché l’azienda abbia deciso di non scendere nel dettaglio durante l’evento non è chiaro: forse per evitare tecnicismi, forse per cercare di essere chiari per tutti e non solo per utenti professionisti. Però anche dal sito sono stati omessi alcuni aspetti che, con buona ragione, sono da ritenere molto importanti.
L’aspetto tecnico
Il teleobiettivo e il sensore di iPhone XS (e di iPhone XS Max, che nel confronto è solo fisicamente più grande) sono basati sugli stessi identici componenti che troviamo su iPhone X. Hanno una lunghezza focale ottica di 6mm, pari ad un 52mm su una fotocamera Full Frame. Queste sono informazioni facilmente riscontrabili leggendo i dati EXIF delle fotografie scattate con il teleobiettivo degli iPhone in questione, ed è proprio grazie a questa analisi che il blogger ha scoperto una prima differenza con la vecchia generazione.
La fotocamera grandangolare di iPhone XS utilizza infatti una nuova lente. Su iPhone X la lunghezza focale è di 4mm, pari ad un 28mm su FF, mentre la lunghezza focale della fotocamera grandangolare di iPhone XS è di 4,25 mm cioè un 26mm equivalente.
«Non tantissimo, ma abbastanza per essere percepibile» scrive Gruber. In effetti 0,25mm potrebbero sembrare niente ma bisogna anche considerare che il teleobiettivo è lungo “solo” 6mm. La lunghezza focale equivalente è quindi più ampia, ma la lunghezza focale effettiva è più lunga. Questa cosa non ha senso a meno che non ci troviamo a che fare con un sensore più grande. E la risposta arriva nella pagina dedicata alla fotocamera di iPhone XS, dove Apple dice:
Più dettagli, anche con meno luce. Il sensore della fotocamera ha pixel più grandi per catturare più luce, e più profondi per una maggiore fedeltà delle immagini. Il risultato? Foto ancora migliori, anche in ambienti poco illuminati.
«Più grande» è tutto ciò che dicono. Ma non quanto più grande. Ciò lascia presupporre che sia solo “un po’ più grande”, perché se fosse molto più grande, sarebbe stato oggetto di una specifica nota durante la presentazione. Per questa ragione il blogger ha approfondito anche questo aspetto, utilizzando un software che misura il campo visivo per calcolare la dimensione del sensore ed altre variabili. Il risultato è che il sensore sarebbe più grande del 30%.
«Sembra troppo bello per essere vero. Ma ho controllato, e Apple conferma che il sensore grandangolare di iPhone XS è in realtà il 32% più grande». Anche i pixel sul sensore sono più profondi, consentendogli di catturare il 50% di luce in più. E questo è fondamentale per far capire che “più Megapixel” non necessariamente significa migliore. Quel che Apple ha fatto è usare lo stesso numero di megapixel (12) rendendo però i pixel più grandi. E 12 megapixel, sappiatelo, sono già tantissimi. Quello di cui hanno veramente bisogno le fotocamere dei telefoni sono pixel più grandi.
La parte più difficile a questo punto è aumentare le dimensioni del sensore del 32%, perché ciò vorrebbe dire distanziarlo maggiormente dall’obiettivo (tra l’altro questo è il motivo per cui le reflex, specie le full frame, sono così grandi). Eppure, calibro di precisione alla mano, Gruber conferma che lo spessore di iPhone XS è lo stesso di iPhone X, sporgenza della fotocamera compresa. Quindi in qualche modo Apple non solo è riuscita ad ingrandire il sensore ma anche a spostarlo più a fondo tra i componenti interni del telefono.
Ancora più importante, si è riusciti ad apportare tutte queste migliorie senza aggiungere ulteriori distorsioni nelle immagini, nonostante il campo visivo sia effettivamente più ampio.
La parte Smart
Tutto questo viene messo nero su bianco confrontando le stesse scene fotografate con iPhone X e iPhone XS, nello stesso momento e alle medesime condizioni di luce. Il primo grande miglioramento lo fa la funzione Smart HDR. Come ricorda Gruber, l’HDR esiste da tanto tempo e su iPhone da diverse generazioni, ma fino ad oggi non era mai stato così “intelligente”.
Smart HDR viene applicato fondamentalmente a tutte le immagini acquisite con iPhone XS. A volte più, a volte meno. Quel che sostiene Gruber è che l’HDR viene applicato su misura, senza mai esagerare. Soprattutto, il badge HDR viene mostrato solo quando l’effetto è veramente estremo, mentre quando l’effetto è minimo Apple addirittura omette l’utilizzo di questa tecnologia.
Ma che c’è, è evidente e lo confermano gli scatti con il clown sullo sfondo, dove è possibile notare il più ampio angolo di campo della lente grandangolare di iPhone XS e la maggiore acquisizione di dettagli grazie allo Smart HDR, che recupera parte delle informazioni nelle zone in ombra e in quelle altre zone fortemente illuminate che su iPhone X appaiono in parte bruciate (soprattutto il volto del clown e la scritta “Shelton Theater” dentro alla bocca). Qui, conferma il blogger, Apple non applica la dicitura HDR.
Un altro esempio in cui lo Smart HDR di Apple è davvero eccellente è nelle foto ritratto, dove nell’esempio che vedete sopra, iPhone X viene disturbato dalla forte luce sullo sfondo mentre con iPhone XS il risultato è decisamente migliore. «Perché fondamentalmente questo è ciò di cui la gente ha bisogno» spiega Gruber «Sono pochi i fotografi che fanno foto per mestiere o sono veri appassionati. La maggior parte delle persone fanno foto così, semplicemente si trovano in un posto, tirano fuori il telefono e scattano. E in questo senso iPhone XS fa tutta la differenza del mondo».
Più di quel che sembra
A conti fatti – spiega – il Neural Engine è un grosso affare per la fotografia da smartphone. Presumibilmente è altrettanto importante per l’AR, ma la sua analisi si concentra quasi totalmente sulla fotocamera e qui è stato fatto un vero passo da gigante.
Il vantaggio di Apple poi non è da sottovalutare, perché «I produttori di smartphone Android non possono semplicemente acquistare un chip con “motore neurale” e metterlo dentro un telefono». Google, ad esempio, applica un apprendimento automatico avanzato per le foto, ma lo fa nel cloud. Gli utenti scattano una foto, la caricano sui server di Google e qui la foto viene analizzata e resa migliore. L’input è un file JPEG (ad eccezione dei telefoni Pixel, bisogna dirlo, che applicano il processo sui sensori).
Con iPhone XS e Apple Neural Engine, l’input non è l’immagine, ma sono i dati raccolti dai sensori. La sensazione è che lavorando in questo modo i margini di miglioramento siano maggiori, perché si va a lavorare direttamente sulla scena, correggendo quindi gli errori sul campo anziché sistemarli “dopo che il danno è fatto”. Forse Apple aveva ragione: inizia davvero una nuova era per la fotografia.