Alla fotocamera grandangolare da 12 MP di iPad Pro ora se ne affianca una seconda di tipo ultra-grandangolare con sensore da 10 MP, ma la vera novità sono le tecnologie che le accompagnano. Nel presentare il nuovo iPad Pro, Apple ha dedicato uno spazio alle novità fotografiche dei tablet che, secondo Fiona O’Leary – che lavora per Apple con la nomina di Designer, Imaging and Sensing Technology – sono sempre più utilizzati da giornalisti e creatori di contenuti per lavorare in mobilità.
A cambiare non sono solo le fotocamere posteriori ma anche quella frontale: iPad Pro – spiega Apple – ha un nuovo ultra‑grandangolo frontale con sensore da 12MP e angolo di campo di 122 gradi progettato per videochiamare con FaceTime (ma supporta anche le app sviluppate da terzi) e usare la nuova funzione “Center Stage”, che in Italia si chiama “Inquadratura automatica”, «o anche per scattarsi selfie bellissimi in modalità Ritratto. E funziona anche con la fotocamera TrueDepth, che ti permette di sbloccare il tuo dispositivo in sicurezza usando il Face ID».
Sostanzialmente questa fotocamera sfrutta la notevole ampiezza del campo visivo offerto dal grandangolo così spinto per mantenere il soggetto inquadrato al centro dell’inquadratura apportando un ritaglio della scena e, al contempo, gestendo i movimenti digitali tramite le tecnologie di apprendimento automatico. Non solo: se si inserisce una seconda persona, il sistema la riconosce e allarga l’inquadratura per filmarle entrambe, viceversa se si allontana ridimensiona l’immagine mantenendo l’interlocutore al centro. E’ come avere un operatore video dentro il tablet, che si preoccupa di offrire una videochiamata quanto più fluida e precisa possibile. Questo come detto diventa utile non solo per le riunioni virtuali di famiglia ma anche per gestire lezioni in teleconferenza e interviste in presenza.
Nel nuovo iPad Pro c’è anche la tecnologia Smart HDR 3 grazie al processore ISP più potente incluso nel chip M1, che consente tra l’altro anche di allestire un set multicamera. Un grosso aiuto viene dato inoltre dallo scanner LiDAR, che si occupa di misurare il tempo che la luce impiega per raggiungere un oggetto e tornare indietro, creando così una mappa di profondità dello spazio in cui si trova l’utente migliorando la precisione della messa a fuoco di foto e video quando c’è poca luce, e riducendo il tempo di acquisizione.