Non contano i megapixel ma chi sta dietro alla macchina fotografica. E se la macchina fotografica è un iPhone 6, allora sappiate che, a cinque anni dalla sua commercializzazione, questo smartphone ha una fotocamera in grado di reggere il confronto con le migliori di oggi.
Lo dimostra la recente vittoria di uno scatto eseguito proprio con iPhone 6 di Apple presentato nel settembre del 2014, al Friends of the Columbia Gorge Capturing Resilience 2018 Photo Contest, concorso annuale organizzato da una società no profit con sede a Portland, nell’Oregon, giunto alla sua quarta edizione.
In questa competizione hanno gareggiato fotografie per diverse categorie. Lo scatto vincitore è stato realizzata da Colleen Wright il 3 settembre 2018 sul sentiero che conduce al Nick Eaton Ridge – area colpita dall’incendio Eagle Creek del 2017 – e per la sua esecuzione, come dicevamo, è stato utilizzato un iPhone 6.
Si tratta di una foto magica che cattura al primo sguardo per il gioco della luce del sole nella nebbia, tra le silhouette scure degli alberi anneriti e bruciati dalla devastazione dell’incendio. Interessante la dichiarazione dell’autrice della foto scattata con iPhone 6 vincitrice del concorso, che racconta come è stata realizzata
«Le nuvole erano a terra il giorno in cui è stata scattata la foto. Tutto era bello, bagnato e appannato, perfetto. Mentre ci avvicinavamo all’incrocio con Nick Eaton Ridge e la scorciatoia, il sole stava lentamente bruciando attraverso la nebbia, creando luce magica e migliorando i misteri degli alberi anneriti e bruciati».
L’immagine è stata descritta come raffigurante “La luce del sole che filtra tra gli alberi e la nebbia mattutina”. I giudici hanno elogiato la fotografia per la sua illuminazione e anche per sentimenti e stato d’animo che ispira nell’osservatore, affermando anche che «Riassume la capacità di recupero della natura in generale e della gola in particolare».
L’autore dello scatto spiega che «Il giorno in cui ho scattato la foto le nuvole erano basse. Tutto intorno a me era bellissimo, bagnato e offuscato. Praticamente perfetto per lo scatto che avevo in mente. Mentre mi avvicinavo all’area fotografata, il sole stava lentamente aprendosi strada attraverso la nebbia, creando una luce magica».