Imporre un nuovo formato per le immagini non è facile, neanche quando a volerlo fare è un big come Google. Da ottobre del 2010 la società propone il WebP, formato aperto che ha l’obiettivo di ridurre il “peso” complessivo delle immagini nel web e che dovrebbe consentire buone riduzioni rispetto al JPEG. Ad eccezione di piccoli nomi, tra cui anche Opera, Google non è riuscita nel suo intento e il formato non sembra avere riscosso consensi.
Nel negozio digitale delle App Google Play la tecnologia WebP è stata impiegata per le schermate al posto del tradizionale PNG riducendo mediamente il “peso” complessivo del 35% secondo il team che sviluppa e cura il formato. Sul Chrome Web Store il formato WebP avrebbe permesso di ridurre complessivamente il peso medio del 30%. In questo contesto, la società evidenzia di aver integrato pochi mesi fa il supporto alle immagini WebP animate in Chrome e che l’uso di anteprime ridotte in YouTube ha permesso di risparmiare un 10% nella dimensione delle pagine di YouTube.
Per velocizzare il caricamento delle pagine dei siti che ancora non sfruttano il formato WebP, Chrome per Android e iOS è in grado sfruttare un proxy di compressione che codifica le immagini in WebP al volo offrendo (secondo Google) miglioramenti medi in termini di compressione del 60%. Le ottimizzazioni in questione potrebbero sembrare poca cosa, ma vanno viste nell’ottica di decine di terabyte che è quotidianamente possibile risparmiare usando i tanti servizi disponibili sul web.
Nonostante i proclami di Google, non tutti ritengono il formato WebP efficace o in grado di offrire migliorie rispetto al JPEG. A ottobre dello scorso anno Mozilla ha fatto uno studio sul formato WebP e suo dire questo non garantisce un rilevante miglioramento in termini di efficienza rispetto al JPEG. La risposta della fondazione Mozilla è mozjpeg, fork di un progetto il cui scopo è migliorare la compressione JPEG riducendo la dimensione dei file. Come abbiamo già spiegato qui, il formato JPEG è usato da oltre venti anni: gli encoder JPEG sono rimasti fermi in termini di efficienza. Il problema nell’uso di un formato diverso dal JPEG è che la sua diffusione richiederebbe anni e creerebbe problemi di incompatibilità con i software esistenti. Gli ingegneri di Mozilla ritengono che ci sia spazio per migliorare le tecniche di compressione esistenti senza necessariamente bisogno di creare un formato del tutto nuovo.