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Ford usa il Digital Millennium Copyright Act per attaccare i sistemi di diagnosi di terze parti

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Negli Stati Uniti i produttori di auto fanno riferimento al Digital Millennium Copyright Act (DMCA) –  legge sul copyright che implementa trattati dell’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale – al fine di impedire la commercializzazione di strumenti di diagnosi creati da terze parti e sfruttati dai meccanici.

Ne parla iFixit spiegando che i meccanici (amatoriali e no) fanno affidamento a strumenti di aziende quali Snap-on e Autel per riparare i moderni autoveicoli per rilevare molte utili informazioni; nel 2014 Ford ha citato in giudizio Autel per la creazione di strumenti diagnostici usati nella riparazione delle automobili. Autel ha in pratica decifrato il sistema di comunicazione sfruttato da Ford e creato un suo strumento di diagnosi indipendente.

Benché i dati non possono essere considerati un lavoro frutto di attività creativa, a detta di Ford gli elementi utilizzati per interfacciarsi con la centralina (la lettura delle informazioni ed errori) e dunque il cracking dei meccanismi di cifratura sfruttati per interagire con le centraline delle sue auto, viola il DMCA. Ford, in poche parole, non gradisce strumenti di controllo in competizione con i propri e sembra non avere alcun interesse nel salvare le sorti dell’azienda concorrente.

Meccanico

Non è una novità che aziende produttrici di auto si battano per impedire la commercializzazione di strumenti di diagnostica di terze parti venduti a prezzi competitivi rispetto a quelli da loro prodotti. La sempre maggiore integrazione di software nelle auto porta ad ogni modo il problema su un nuovo livello e la legislazione in merito deve ora tenere conto anche dello status giuridico del software.

iFixit ritiene che il modo di agire di Ford impedisca l’innovazione e fa sapere che dal 2015 insieme all’Electronic Frontier Foundation, all’Intellectual Property Law Clinic e all’University of Southern California (USC) ha richiesto l’esenzione del DMCA per gli agricoltori che vogliono la libertà di riparare da soli i loro trattori, permettendo anche riparazioni e modifiche al software senza il permesso dei produttori. John Deere, azienda specializzata in prodotti per agricoltura, motori e macchine forestali, si è opposta alla richiesta affermando che gli agricoltori non sono proprietari dei software installati sui trattori e che agli utenti è concessa “un’implicita licenza per la vita operativa del veicolo”.

Il Copyright Office statunitense si è ad ogni modo schierato dalla parte degli agricoltori ma per John Deere questo non è sufficiente e ha scritto un nuovo contratto di licenza per utilizzatori finali nel quale nega espressamente ai proprietari dei suoi veicoli il diritto di riparare da soli i trattori e a terzi di produrre strumenti di sviluppo diagnostici.

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