Prince, la rockstar recentemente scomparsa, era un artista singolare, enigmatico e con un difficile rapporto con internet e le case discografiche. Il rapporto con queste case, si dice, fu uno dei motivi che spinse l’artista a cambiare pseudonimi (celebre “TAFKAP”, in altre parole The Artist Formerly Known as Prince) fino ad arrivare a quello più estremo di tutti, “il simbolo dell’amore” che avrebbe dovuto cancellare ogni possibilità di poter essere nominato con il nome più noto ma in realtà un modo ingegnoso di liberarsi dai suoi rapporti con alcune case discografiche.
Il nuovo enigmatico nome fu un problema non solo per la Warner Bros., che si trovava a dover gestire un artista dal nome impronunciabile, ma anche con chiunque doveva parlare o scrivere di Prince. Scrittori, redattori, grafici che si occupano del layout per le riviste e giornali non erano in grado di riportare il “nome” o meglio il simbolo che l’artista aveva scelto.
Il New York Magazine racconta di come a un certo punto la situazione diventò ingestibile costringendo gli addetti alle PR dell’artista a fare la cosa più logica: creare un font ad hoc da distribuire a stampa, case editrici, ecc. Fu distribuito un floppy disk e insieme a questo una lettera di accompagnamento che spiegava il modo corretto di usare il simbolo.
Il font fu distribuito anche su Compuserve (azienda che forniva servizi online prima dell’avvento del world wide web) e nel 1994 fu anche distribuito su uno speciale CD-ROM denominato “Prince Interactive” sul quale erano presenti giochi, brani, un tour virtuale presso il Paisley Park Studios (l’etichetta discografica del cantante e musicista) e altre risorse multimediali.
Added to my collection: 3.5" floppy given to press when Prince changed his name. Contains a font w/ one symbol in it. pic.twitter.com/mNL0eOHDGI
— Anil Dash Dot Com (@anildash) June 23, 2014