Apple sapeva del problema Flexgate dei MacBook Pro e non ha fatto niente: anzi, qualcosa ha fatto: ha ignorato le segnalazioni. E’ questo il motivo al quale si appellano i querelanti che, nella giornata di ieri, hanno presentato denuncia nei confronti della multinazionale di Cupertino per il problema etichettato come “Flexgate” del quale sembrano afflitti i MacBook Pro prodotti tra il 2016 e il 2017.
Se ne era parlato per la prima volta nel gennaio dello scorso anno. In quei giorni era proprio iFixit, l’azienda celebre per smontare e mostrare l’interno dei dispositivi Apple talvolta perfino a poche ore dalla commercializzazione, segnalava come il design compatto dei portatili avrebbe obbligato Apple a usare cavi piatti flessibili e molto sottili per il collegamento della scheda logica allo schermo.
Questo si è rivelato essere un elemento altamente suscettibile all’indebolimento e alla rottura che porta progressivamente a problemi al display. Problemi ai quali, per via del difficile accesso alla zona interessata, non è possibile porre rimedio facilmente o a basso costo, tanto che un piccolo componente da 6 dollari circa viene sostituito per una spesa complessiva di quasi 600 dollari.
Apple ha lanciato il programma di riparazione nel mese di maggio dello stesso anno, di fatto riconoscendo apertamente l’esistenza del problema che poi, con la serie dei MacBook Pro 2018, pare abbia definitivamente estirpato alla radice. Ma per molti lo ha fatto troppo tardi.
Per mesi infatti, sebbene qualcuno sia riuscito a ottenere la riparazione gratuita, Apple ha fatto pagare la riparazione per molti di quei dispositivi che invece, tempo dopo, sarebbero entrati di diritto nel programma di riparazione gratuito. Pochi mesi fa un utente ha fatto partire la prima denuncia sostenendo che Apple ha promosso un prodotto difettoso senza aver effettuato il controllo qualità, seguendo un comportamento illegale che viola le leggi che tutelano i consumatori USA e occultando intenzionalmente il problema del cavo in modo «Malizioso, deliberato e inteso a frodare».
La seconda denuncia come dicevamo è di ieri ed è sostenuta da un gruppo di querelanti che lamentano l’assenza di alcuni modelli nel programma di riparazione ma, soprattutto, il ritardo nell’avvio dello stesso “Nonostante Apple sapesse”. Nello specifico nella nota scrivono che «Apple era a conoscenza dei difetti correlati al cavo, anche alla luce dei diversi commenti pubblicati dai clienti sul forum di supporto. Commenti che sono stati eliminati dopo la loro pubblicazione».
Apple viene perciò accusata di aver violato le leggi sulla concorrenza sleale in vari stati, il Song-Beverly Consumer Warranty Act, il Magnuson-Moss Warranty Act e le leggi sulla frode dei consumatori in tutti i 50 stati e nel Distretto di Columbia. Viene inoltre denunciata per violazione della garanzia, occultamento fraudolento e arricchimento ingiusto. Alla società di Cupertino vengono così chiesti i danni, le spese giudiziarie e una sentenza nella quale identifichi e dichiari tutti i computer soggetti al problema, avviando ulteriori programmi di riparazione gratuita.
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