A meno di due mesi dal termine ufficiale del supporto di Windows XP, il sistema operativo in questione è tuttora largamente radicato nel tessuto imprenditoriale italiano e tra le famiglie del Bel Paese: il 24% delle piccole e medie aziende lavora con Windows XP per oltre l’80% del parco PC aziendali, mentre tra i singoli utenti privati, il 16% ha un computer con il sistema operativo di oltre 12 anni fa.
Lo rivela una ricerca commissionata da Microsoft ad IDC “La sicurezza IT nelle PMI e la fine del supporto tecnico pubblico su Windows XP” condotta tra dicembre 2013 e gennaio 2014 su un campione di 850 imprese in Italia tra i 6 e i 499 dipendenti, dato estrapolato all’universo di riferimento statistico.
La maggior parte delle aziende (58%) e dei consumatori finali (71%) è a conoscenza del fatto che a partire dall’8 Aprile 2014 non saranno più disponibili gli aggiornamenti automatici per la sicurezza, ma ciononostante c’è ancora una larga fetta di aziende e di persone che non hanno pianificato di migrare a un sistema operativo più moderno. Da questo scenario, che emerge dalla nuova ricerca e da un sondaggio di MSN che ha coinvolto oltre 13.000 utenti di Windows XP, risulta evidente la scarsa consapevolezza delle minacce insite nella vulnerabilità del software e l’importanza di promuovere una cultura della sicurezza a livello trasversale soprattutto a tutela dei singoli consumatori e delle PMI, generalmente privi delle risorse e dell’expertise necessarie per avviare una riflessione strutturata sul tema sicurezza.
Gli utenti di Windows XP si mostrano ancora molto affezionati al vecchio sistema operativo: la maggior parte lo utilizza giornalmente o comunque più volte alla settimana (83%). Tra le ragioni per cui lo continuano a utilizzare a pochi mesi dal termine del supporto, si registrano i fattori familiarità e soddisfazione: il 28% lo conosce da molto tempo e il 29% ne è soddisfatto in termini di performance – considerazioni legate alla composizione del campione che per oltre il 60% è costituito da over 45. L’11% dichiara di non avere motivo di passare a un nuovo sistema operativo, magari perché non conosce tutte le nuove applicazioni che può abilitare un sistema moderno. Inoltre, nonostante il 71% sia a conoscenza del termine del supporto l’8 aprile, solo il 9% vuole passare subito a una nuova versione di Windows, mentre il 49% vuole saperne di più e decidere più avanti. In generale il termine del supporto non viene considerato una ragione sufficientemente valida per passare a un nuovo sistema operativo (68%), proprio perché manca una cultura della sicurezza che aiuti gli utenti privati a prendere coscienza dei principali fattori di rischio, tra cui la vulnerabilità del software non gioca affatto un ruolo secondario.
Anche tra le piccole e medie aziende italiane Windows XP è ancora ampiamente diffuso: nel Centro e nel Sud circa un terzo delle imprese lo ospita su oltre l’80% dei terminali: in alcune regioni del Sud come la Puglia si arriva a quasi alla metà delle imprese. La maggiore propensione all’aggiornamento emerge nelle regioni del Nord e in quelle a elevata industrializzazione, che guidano con quasi il 50% delle imprese pronte all’aggiornamento.
Nonostante si ritengano informate sul tema della sicurezza informatica (per oltre l’86%), le PMI sottovalutano ampiamente le vulnerabilità del software come fattore di rischio che evidenziano solo nell’8% dei casi. La maggior parte delle imprese considera i messaggi e-mail (31%) e la navigazione web (27%) come i principali veicoli di rischio, come se le problematiche della sicurezza IT fossero rimaste inalterate nell’ultimo decennio, mentre si sottostimano social network (9%) e app da store online (5%).
Questa scarsa consapevolezza delle minacce IT si colloca in un contesto in cui la maggior parte delle PMI sono prive di referenti, sia interni che esterni, a cui attribuire la responsabilità della sicurezza informatica (44%), non organizzano alcuna attività formativa sul tema (48%) e destinano alla gestione del problema meno del 10% del loro budget IT (73%). I settori che hanno ragioni politico-strategiche (PAL) oppure economico finanziarie (Finanza) per tutelare i propri interessi sono disposti a investire anche a due cifre nei prossimi 12 mesi, mentre altri comparti come i Servizi e il Commercio sono portati soltanto in rare occasioni a procedere a investimenti più significativi.