fcp.co (un sito dedicato a Final Cut) evidenzia l’uso di Final Cut Pro X nel frenetico mondo della produzione digitale, raccontando come il software Apple sia usato da KIN Community, una società di media e intrattenimento digitale con sede a Los Angeles che pubblica annualmente centinaia di video su YouTube e che vanta 5 milioni di follower e una media di 15 milioni di visite mensili.
Brad Jones, direttore della produzione di Kin Community, racconta che Final Cut Pro X è il sistema di montaggio video digitale NLE (non-linear editing) è alla base della loro prolifica produzione. Il loro pubblico è diviso in due: persone oltre i 40 anni e quelle sotto i 25; in entrambi i casi l’obiettivo è creare contenuti organici e di valore, servendo allo stesso tempo un pubblico che è ancora in qualche modo legato alla TV. Lo studio digitale produce programmi divertenti, didattici e anche emotivi: contest ai fornelli, chiacchierate con i fan di persone famose, e così via.
Final Cut Pro X è il fulcro delle produzioni; il ritorno al software di Apple è avvenuto dopo tentativi con Adobe Premiere per via della scelta di abbandonare Final Cut Pro 7, con grandi critiche all’epoca dei tanti professionisti che consideravano Final Cut Pro 7 un programma più potente rispetto al nuovo Final Cut Pro X. Apple ha riscritto completamente il software nel 2011 ma sono state necessarie varie versioni per renderlo uno strumento di nuovo apprezzato, ora coerente con le logiche dell’odierno montaggio non lineare (soluzioni solo in seguito recepite anche dai concorrenti).
La scusa per tornare a FinalCut è stata la scoperta di un plug-in di Motion VFX denominato “MChalkboard“, perfetto per la creazione di animazioni destinate a vari show. Giacché il plug-in in questione non era disponibile per Premiere e avrebbe permesso di risparmiare molto denaro, si è decido di tornare a Final Cut, scoprendo potenza, facilità di uso e flessibilità perfetta per il flusso di lavoro di KIN.
Uno dei vantaggi di FCPX è l’ottimizzazione per i Mac; per render che in Premiere richiedevo ore, adesso bastano minuti e il software è migliorato ancora con il passare del tempo. Il software di Apple non è complicato da usare e molte cose possono essere cambiate al volo anche da non professionisti. Jones riferisce che FCPX vanta caratteristiche uniche che consentono di gestire un flusso di lavoro ottimizzato tra team di post-produzione e produttori di contenuti. La sincronizzazione dell’audio è automatica con il multicam su più tracce; sono sfruttati i proxy per ridurre le dimensioni dei file, scegliendo recentemente di passare a proxy h.264 e semplificare ancora di più il flusso di lavoro grazie all’XML che permette di risparmiare ore di lavoro. Il software di Apple permette di sfruttare frame.io, una piattaforma collaborativa di revisione e video sharing, condividendo i lavori in corso al volo con i collaboratori anche a distanza, senza lasciare l’ambiente di NLE.
Per quanto riguarda le soluzioni di storage, Kin fa affidamento a Jellyfish Mobile server, soluzione ottimizzata per il workflow video collaborativo, in grado di gestire riproduzione di stream multipli 4K. Al completamento di un programma, è possibile eseguire con facilità backup su dischi rigidi e liberare spazio conservando gli asset su sistemi LTO (Linear Tape-Open) per l’archiviazione a lungo termine.
Altro strumento di grande aiuto è Library Manager di Arctic Whiteness che consente di organizzare le librerie, aprire soltanto quelle desiderate, eliminare i file di render, i file proxy e i media ottimizzati.
Il sistema di editing di Kin include: un Mac mini 2018 top di gamma, un iMac 5K 2017 (con scheda video da 8GB), un iMac 5K 2015, due MacBook Pro e anche due vecchi Mac Pro 2013. Tutti e sei i computer sono collegati a al Jellyfish Mobile che offre 32TB di memoria di storage. Ogni sistema è collegato sfruttando connessioni 10 gb ethernet con l’adattatore Sonnet TWIN Thunderbolt. La media di lettura/scrittura varia dai 600 gbps ai 900 gbps permettendo di gestire stream multipli di materiale 4k h.264. Sul sito di fcp.co trovate molti altri dettagli sul flusso di lavoro sfruttato: una lettura consigliata per chiunque si occupi di produzione ed editing video. A questo indirizzo un nostro diverso articolo su come Final Cut Pro X è sfruttato per i reportage TV del tour de France. Qui, invece, il racconto di come il il più grande giornale norvegese è diventato una TV di successo, grazie sempre a Final Cut Pro X.