La class action contro Apple per la richiesta di indennizzi ai dipendenti degli Apple Store costretti a lunghe file per il controllo borse si è conclusa sabato a favore della multinazionale di Cupertino. L’azione legale è stata avviata nel 2013 da due ex dipendenti Apple Store di New York e San Francisco che denunciavano attese lunghe fino a 30 minuti ogni volta che il personale usciva per una pausa o a fine turno per il controllo borse, per evitare il furto di accessori e dispositivi presenti nello store.
I dipendenti richiedevano un indennizzo che poteva arrivare fino a 1.500 dollari l’anno a persona, contando il tempo totale speso in fila non retribuito. Ma il giudice della corte distrettuale di San Francisco ha deciso altrimenti, come riporta Cnet, evitando così ad Apple di dover rimborsare oltre 12mila dipendenti. La decisione del giudice è dovuta all’approccio permissivo di Apple che non ha mai proibito di portare borse e dispositivi Apple personali sul lavoro: i dipendenti che decidono di portare zaini, borse e dispositivi Apple personali devono così sottoporsi volontariamente a un controllo in uscita, in alternativa è sempre possibile evitare di portarli a lavoro. Poche settimane fa invece Apple, Intel, Google e Adobe hanno deciso di versare 415 milioni di dollari per chiudere la causa che vedeva implicati i colossi IT in un accordo per evitare di sottrarsi dipendenti a vicenda.