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Fenomenologia del prezzo giusto sull’App Store

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Apple ha cambiato la  modulazione dei prezzi delle app di terze parti sul suo app store. In particolare, sull’app store si potranno vendere app da 0,29 centesimi a 10 mila euro. Sembra strano dare una notizia del genere, per i non addetti ai lavori, ma in realtà è una scelta estremamente importante e strategica. Infatti, i livelli di prezzi sono fondamentali per il successo di un prodotto. E l’App Store è, dal punto di vista di Apple, un prodotto: cioè i prezzi in vetrina devono invogliare i compratori a prendere le app lasciandogli una impressione positiva del negozio in quanto tale. Ecco perché perché la scelta di alcuni tipi di prezzo è importante per il marketing.

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Le ragioni di un cartellino del prezzo

La scelta del prezzo, infatti, è una delle decisioni più importanti che un’azienda deve prendere in relazione al proprio prodotto o servizio. Il prezzo influisce sulla percezione che i consumatori hanno del valore di ciò che stanno acquistando, può influire sulla decisione del consumatore di acquistare o meno il prodotto e può anche avere un impatto sulla concorrenza.

Inoltre, il prezzo può essere utilizzato come uno strumento di marketing per attrarre o respingere i consumatori. Ad esempio, un prezzo elevato può indicare che il prodotto è di alta qualità, mentre un prezzo basso può essere utilizzato per attrarre i consumatori che cercano un buon affare.

In ogni caso, la scelta del prezzo è una decisione importante per il marketing perché può influire sulla percezione del consumatore e sulla sua decisione di acquistare il prodotto. E questo a sua volta influisce sulla percezione che gli utenti e gli sviluppatori terze parti hanno dello store nel quale vanno a mettere e prendere le loro app.

Uno store con prezzi balzani, discontinui, un po’ di tutti i tipi, crea dei problemi di disordine e confusione che sono divergenti da quella immagine minimalista di ordine e pulizia caratteristica dell’esperienza con l’ecosistema Apple: dai prodotti e al loro packaging, agli store sino appunto ai servizi come quello del prezzo.

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Anche un po’ di mestiere, però

Non c’è solo questo aspetto, però. Tra le altre cose, Apple è stata uno dei pionieri dei prezzi che finiscono con 99 centesimi.

Sono prezzi spettacolari dal marketing, una specie di invenzione del secolo, perché sono considerati migliori per le aziende per aiutare a far sembrare il prezzo più basso rispetto a quello che in realtà è.

Ad esempio, se un prodotto viene venduto a 9,99 euro, può sembrare che costi meno di 10 euro, anche se in realtà il prezzo è lo stesso. Questo può aiutare a rendere il prodotto più attraente per i consumatori che cercano un buon affare. Inoltre, i prezzi che finiscono con 99 centesimi possono anche creare un senso di urgenza, facendo pensare ai consumatori che stanno perdendo un’opportunità se non acquistano il prodotto subito.

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La marca amica

Inoltre, i prezzi che finiscono con 99 centesimi possono anche sembrare più familiari e meno intimidatori rispetto ai prezzi che finiscono con altre cifre, il che può aiutare a incoraggiare i consumatori a fare un acquisto. È psicologia del consumo che permette alle aziende di costruire gli aspetti dell’esperienza di acquisto e l’immagine della marca.

L’esperienza di acquisto è molto importante per una marca, poiché può influire sulla percezione che i consumatori hanno della marca stessa e sulla loro decisione di acquistare o meno i suoi prodotti. Un’esperienza di acquisto positiva può aiutare a fidelizzare i clienti e a creare una buona reputazione per la marca. Inoltre, può anche incoraggiare i consumatori a parlare positivamente della marca con gli altri, il che può aiutare a attrarre nuovi clienti.

D’altra parte, un’esperienza di acquisto negativa può avere effetti negativi sulla percezione della marca e può portare i consumatori a cercare alternative. Pertanto, è importante che le aziende si concentrino sulla creazione di un’esperienza di acquisto positiva per i loro clienti.

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L’universo Apple e il prezzo giusto

La percezione del prezzo giusto è ovviamente soggettiva, legata al momento storico, al tipo di mercato e di bene o servizio, persino alla situazione psicologica di chi acquista e ovviamente all’impatto che la promozione (pubblicità, marketing ma anche aspetti visivi dei prodotti e loro percezione) hanno.

Il marchio Apple è conosciuto per la sua immagine innovativa e di alta qualità. Apple si distingue per il suo design elegante e minimalista, che si estende ai suoi prodotti e all’intera esperienza di acquisto. Inoltre, Apple è anche associata a un elevato livello di assistenza al cliente e a una forte comunità di sviluppatori e utenti. Infine, Apple è spesso considerata una marca premium, con prezzi più elevati rispetto a molti dei suoi concorrenti. In sintesi, il marchio Apple è conosciuto per la sua immagine innovativa, di alta qualità e di lusso.

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Questo si sposa però con la capacità di “prezzare” in maniera aggressiva i prodotti che vengono venduti nel suo app store. E tra le variabili, come abbiamo detto, rientra il discorso del prezzo “giusto”. I 99 centesimi hanno avuto e hanno questo tipo di impatto. Apple è stata una delle prime aziende a farlo online. E il primo genere merceologico è stato quello della musica: è dall’iTunes Music Store che Apple ha iniziato a vendere canzoni a 99 centesimi di dollari, rivoluzionando la percezione della musica nelle persone.

Prima i CD venivano venduti a 25-30 euro e bisognava spenderli per avere accesso a 2-3 canzoni “buone” e una serie di riempitivi che spesso non piacciono a nessuno. Apple ha permesso di rivoluzionare la percezione della musica e del suo valore, prima che venissero inventati i programmi in abbonamento tipo Spotify e poi Apple Musica, Amazon Musica, Dezeer e gli altri.

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Il costo dello sbaglio del prezzo

Come detto, la modulazione dei prezzi è servita a dare una immagine coerente all’offerta dell’app store di Apple, senza svalutarlo. Questo non vuol dire che i prezzi vadano tutti bene. Con la sua mossa, che ha peraltro impatti tecnologici notevoli nel backend informatico, Apple “libera” livelli di prezzo ulteriori ma si tiene stretta il diritto di regolare i livelli di prezzi. Con la piccola variante di consentire di agganciare l’inflazione e il costo dei cambi a un prezzo e permettere così di modulare prezzi equivalenti in altre valute e store senza che lo sviluppatore debba impazzire con conversioni fatte a mano.

Ma sbagliare prezzo si può, ed è molto pericoloso. In generale, ci sono diversi esempi di aziende che hanno sbagliato nella definizione del prezzo dei loro prodotti. Ad esempio, alcune aziende hanno sbagliato nella definizione del prezzo dei loro prodotti perché non hanno tenuto conto dei costi di produzione, non hanno considerato i prezzi dei concorrenti o non hanno tenuto conto del valore percepito dai consumatori. Inoltre, un’azienda potrebbe anche sbagliare nella definizione del prezzo dei propri prodotti se non tiene conto dei cambiamenti nel mercato o delle preferenze dei consumatori. In ogni caso, sbagliare nella definizione del prezzo dei prodotti può avere effetti negativi sulla redditività dell’azienda e anche sulla sua reputazione.

Gli effetti negativi sulla reputazione di una azienda possono essere causati da diversi motivi. Innanzitutto, un prezzo troppo alto può scoraggiare i consumatori dall’acquistare i prodotti dell’azienda, il che può ridurre le vendite e danneggiare la reputazione dell’azienda.

Inoltre, un prezzo troppo alto può anche creare una percezione negativa dell’azienda, facendo pensare ai consumatori che sia troppo costosa o che non offra un buon rapporto qualità-prezzo. Ma non è l’unico rischio. Dall’altra parte, infatti, un prezzo troppo basso può anche danneggiare la reputazione dell’azienda, poiché può far pensare ai consumatori che i prodotti siano di bassa qualità o che l’azienda stia cercando di attirare i clienti con prezzi bassi senza offrire un vero valore. In entrambi i casi, sbagliare nella definizione del prezzo dei prodotti può avere effetti negativi sulla reputazione dell’azienda.

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In conclusione

Si capisce così meglio, forse, perché Apple ha deciso di rimodulare i possibili prezzi disponibili per chi sviluppa una app e vuole venderla direttamente, o tramite acquisti in-app o in abbonamento. Questo tipo di strategia deve tenere assieme esigenze diverse: da un lato la libertà degli sviluppatori di muoversi con i prezzi “giusti” che non svalutino le loro micro-aziende (o in alcuni casi macro) e dall’altro tenere ordine nel negozio online di Apple per comunicare quei valori di marca di pulizia e minimalismo che identificano presso il pubblico Apple.

Un esercizio difficile che adesso l’azienda ritiene di aver interpretato al meglio anche alla luce di come sta evolvendo la percezione del denaro, i livelli di inflazione e di ricchezza, i tipi di app e gli investimenti economici ed emotivi che le persone ritengono di poter fare.

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