Consentiteci un lungo giro per parlare di una piccola novità che compare nella nuova versione di iOS: il feedback aptico della scrittura. È una piccola funzionalità che non è neanche attivata di default, almeno nella beta pubblica, e che da tempo è presente sui telefoni Android. Ma che nonostante tutto apre la strada a un paio di considerazioni speriamo interessanti.
È noto che il senso del tatto è inevitabile per comprendere il mondo reale. L’uso del force feedback per migliorare l’interazione computer-uomo esiste da tanto tempo, fin dagli albori dell’informatica, e la sua implementazione è cosa antica. Non se lo è inventato né Apple né Samsung. Stiamo parlando dell’interfaccia aptica e della piccola “sorpresa” che Apple ha preparato all’interno di iOS 16.
Di cosa stiamo parlando
Un’interfaccia aptica è un dispositivo di feedback che genera sensazioni alla pelle e ai muscoli, tra cui il senso del tatto, del peso e della rigidità. Rispetto alle normali sensazioni visive e uditive, l’aptica è difficile da sintetizzare. Le sensazioni visive e uditive sono raccolte da organi specializzati, gli occhi e le orecchie. D’altra parte, la sensazione di forza può verificarsi in qualsiasi parte del corpo umano ed è quindi inseparabile dal contatto fisico reale. Queste caratteristiche comportano molte difficoltà nello sviluppo di un’interfaccia aptica. I media visivi e uditivi sono ampiamente utilizzati nella vita di tutti i giorni, ma le applicazioni dell’interfaccia aptica sono scarse per i media informativi.
Nonostante una lunga storia di utilizzo nella comunicazione, il feedback aptico è un’aggiunta relativamente recente alla cassetta degli attrezzi degli effetti speciali. A differenza degli artisti che usano il suono o la vista, i progettisti aptici non possono semplicemente accedere a librerie di effetti che si adattano perfettamente al contenuto dei media e non hanno nemmeno principi guida per la creazione di tali effetti. Insomma, gli effetti aptici sono e rimangono una caratteristica della comunicazione attivata dalle nuove tecnologie. Una marcia in più per gli strumenti digitali.
Lo stato dell’arte
Ma chi si è inventato l’uso di feedback aptici? In uno studio il ricercatore americano Robert J. Stone spiega: “La storia dello sviluppo dei sistemi di feedback aptico, dai primi manipolatori e telerobot, utilizzati nell’industria nucleare e sottomarina, fino agli impressionanti dispositivi da tavolo di oggi, utilizzati per supportare l’interazione in tempo reale con le simulazioni visive 3D o la Realtà Virtuale, è enorme. Nel mio lavoro ho descritto quattro esempi di progetti VR recenti, che illustrano l’uso del feedback aptico in applicazioni per la lavorazione della ceramica, nel settore aerospaziale, in quello della chirurgia e quello della difesa. Questi esempi servono a illustrare la premessa che i sistemi di feedback aptico si sono evoluti molto più rapidamente delle loro controparti di visualizzazione e che oggi offrono dispositivi periferici di grande effetto, realmente utilizzabili dagli utenti non specializzati della tecnologia informatica”.
I dispositivi aptici, possono funzionare con vari sistemi (vibrazione, force feedback, anelli d’aria compressa e ultrasuoni) e sono stati usati ad esempio nei joypad e altri dispositivi per il gaming (all’inizio nei rumble pack del Nintendo 64 e oggi nei vari volanti, cloche e via dicendo). Ma vengono soprattutto usati nei telefoni cellulari. Apple ne ha fatto ampio uso inserendoli anche ad esempio nei trackpad dei suoi computer a partire dal 2008, che oggi non hanno più parti in movimento ma lo simulano appunto facendo spostare e vibrare dei magneti con pesi e contrappesi (Force Touch e Taptic Engine). E la stessa sensazione si ritrova anche negli Apple Watch, che utilizza una interfaccia aptica per dare un feedback non solo funzionale (l’attivazione di determinate funzioni) ma anche come strumento di comunicazione (la doppia vibrazione alla scoccare dell’ora e la singola per la mezz’ora, ad esempio).
Novità che non lo erano
Android da tempo utilizza questa modalità di feedback aptico durante la scrittura. In pratica, la funzione consente di percepire una piccola vibrazione quando si preme una lettera virtuale sul vetro dello schermo. È una soluzione interessante, che offre un buon ritorno a chi sta scrivendo: aumenta la velocità perché si va più sicuri “sapendo” quando effettivamente è stata toccata una lettera.
Apple ha “scoperto” questa funzione e la inserisce nella nuova versione di iOS, il sistema operativo per i telefono della casa della mela. Il feedback aptico non è attivo di default e chi sta usando la beta pubblica può trovarlo sepolto nelle Impostazioni di sistema, “Suoni e feedback aptico”, scorrendo sino a “Feedback tastiera” (che permette di riattivare anche il fastidioso “toc toc” sonoro quando si scrive).
Il feedback aptico, come quello sonoro, aiutano a ridurre il numero di errori di scrittura perché offrono ai nostri polpastrelli, cioè al senso del tatto, e all’udito, una percezione immediata e diretta di quel che succede. La memoria muscolare non si basa tanto sulla vista quanto soprattutto sul feedback che quel che accade sta veramente accadendo. Il suonatore di pianoforte non ha bisogno di guardare dove sta suonando: una volta che ha i suoi riferimenti (si è posizionato davanti alla tastiera del pianoforte) “trova” i tasti a memoria. Idem per la tastierina minuscola del telefono, quando questa comincia a offrire un feedback aptico.
Oltre a questo, aiuta anche chi non ha più sensi acuti, ad esempio la vista, dando una mano per capire se effettivamente si è premuto o no sul tasto virtuale di una determinata lettera.
Conclusioni
Apple arriva seconda dopo anni che Android è presente con questa funzione? Certo! È una funzione inutile? Tutt’altro. Se ne può fare a meno? Beh, dopo aver iniziato a usarla diventa sempre più difficile e si può dire praticamente impossibile tornare indietro.
Una delle prime applicazioni della tecnologia aptica è stata quella degli aerei, che utilizzano sistemi di servomeccanismi per azionare le superfici di controllo. L’irrigidimento e il movimento dello stick o della cloche di pilotaggio come se fosse ancora connessa fisicamente con un sistema di levi e tiranti agli attuatori e alle superfici di controllo dell’aereo è considerata fondamentale dai piloti. A nostro avviso, dopo pochi giorni di uso di questa funzione che Apple sbagliando non ha incluso prima nei suoi telefoni, ci sentiamo di dire che anche secondo noi è fondamentale e irrinunciabile.