Facebook ha inaugurato il primo edificio nel nuovo quartier generale di Menlo Park (California) definito il “più grande open space del mondo”, una struttura “in grado di ospitare migliaia di persone” come ha spiegato Zuckerberg ieri sera, evidenziando l’unicità del concept.
Mentre Apple si è affidata a Norman Foster, Facebook si è rivolta all’architetto canadese Frank Gehry, noto per il suo approccio organico nella progettazione e tra i principali esponenti della corrente decostruttivista. La struttura si presenta nel complesso come una sorta di parallelepipedo sormontato da un giardino di 36000 m2 e 400 alberi, un luogo dove i dipendenti potranno rilassarsi, mangiare, godere la visuale della baia.
I dipendenti (2800 su 9800 che lavorano per tutto il gruppo nel mondo), saranno accolti nell’open space di 40.000 m2, dove troveranno aree private, “isole” dove si svolgeranno le riunioni. L’obiettivo è “facilitare gli spostamenti e la collaborazione tra le persone”, seguendo i trend che da qualche anno tante aziende seguono offrendo spazi aperti e aree progettate per favorire la collaborazione dei team.
Del quartier generale, denominato MPK20, erano state rese note le bozze del progetto due anni addietro; per il nuovo edificio, la società ha ottenuto la certificazione LEED Gold secondo quanto stabilito dagli standard dell’US Green Building Council e prevede un tetto verde di 9 ettari in cima alla struttura. Il nuovo edificio è solo uno dei tanti per i quali è previsto un investimento di 120 milioni di dollari, costruendo un villaggio-azienda da 394 unità abitative e un complesso di circa 60.000 mq con immobili di pregio, la maggiorparte dei quali destinati ai dipendenti.
Alcuni “Instagramers” sono stati autorizzati a pubblicare foto del luogo e a quanto pare di capire questo è gradualmente occupato dai dipendenti e da altro personale indaffarato a collocare varie opere d’arte nei corridoi e sulle pareti.
