Installare una backdoor su iPhone creerebbe un precedente. Lo ha ammesso il direttore dell’FBI James Comey sotto giuramento, chiamato da una commissione del Congresso per testimoniare sul caso di San Bernardino.
Viene così indebolita la precedente dichiarazione delle forze dell’ordine sulla propria volontà di volere da Apple un software in grado di aggirare le protezioni dell’iPhone dell’attentatore per usarlo «una sola volta e su un solo telefono».
Se infatti l’FBI sta cercando una soluzione per poter mettere le mani sui dati dell’iPhone 5c di Farook, in realtà – ammette – gli altri dipartimenti di polizia ed i procuratori distrettuali di tutto il paese sono alla ricerca di un simile sistema per accedere ai dati ed alle conversazioni criptate di oltre 175 iPhone, ancora in attesa di poter essere sbloccati per risolvere gli altri casi ai quali sono collegati.
Secondo Comey – si legge su The Guardian – l’esito finale del contenzioso sarà «istruttivo per gli altri tribunali». L’avvocato di Apple, che ha presentato proprio oggi una mozione per astenersi dal presentarsi in aula e respingere la richiesta dell’FBI, sarà chiamato a testimoniare davanti la stessa commissione la prossima settimana.