Il fallimento di GT Advanced, società fornitrice di Apple e produttrice di schermi in vetro zaffiro è, se dovesse essere necessario, la dimostrazione di quanto gli analisti finanziari tendano il più delle volte semplicemente a indovinare o a spararla grossa, non troppo diversamente da quello che fanno tanti blogger e giornalisti del settore informatico che ingigantiscono indiscrezioni anche prive di fondamento, gonfiandole fino all’inverosimile e proporle come plausibili.
Il problema è che gli analisti dovrebbero essere professionisti in grado di leggere bilanci aziendali, valutare lo stato di salute, le prospettive di sviluppo, le strategie, il valore delle società esaminate. Nel mese di agosto Daisuke Wakabayashi del Wall Street Journal dava in pratica per certo l’arrivo di iPhone 6 con vetro zaffiro (previsione non rivelatasi esatta), prendendo per oro colato quanto riferito da un analista, Matt Margolis, assurto al ruolo di “guru” del mercato del vetro zaffiro e che ora si scopre essere azionista di GT Advanced.
Nel mese di agosto non solo Wakabayashi scriveva che Apple avrebbe adottato gli schermi in vetro zaffiro, ma lo stesso riportava anche Eric Virey (“senza alcun dubbio”, scriveva), analista di Yole Développement.
Tra i tanti osservatori noti, in questa storia l’unico che forse può avere la coscienza a posto è Ming-Chi Kuo che, a inizio settembre, quando ormai mancavano pochi giorni (forse ore) all’annuncio, ma meglio tardi che mai, faceva sapere che l’iPhone 6 non avrebbe avuto nessun rivestimento in cristallo di zaffiro.