Potrebbero essere stati i 47,5 milioni di dollari meglio spesi nella storia della tecnologia. Almeno, di recente. La mossa di Facebook, che pochi giorni fa ha comprato FriendFeed, piattaforma social media per pochi intimi, pare essere stata micidiale e ben calibrata. Almeno lo sostiene il Washington Post in una lunga analisi degna di nota perché pone un interrogativo significativo.
Può darsi che Facebook, che solo un anno e mezzo fa cercava di comprare per quasi 800 milioni Twitter (senza riuscirci) adesso abbia azzeccato la mossa per vincere la guerra dei social media? E che sia candidato a diventare un punto di partenza e di arrivo per milioni e milioni di unteti in tutto il mondo? Una sorta di giardino dell’Eden dal quale non c’è più bisogno di “uscire”, cioè di collegarsi ad altri siti?
Il punto è importante perché, a quanto pare, nel mondo della tecnologia di rete e soprattutto dei social network chi vince, vince tutto. Chi arriva primo distrugge tutti gli avversari. Senza tema di recuperi o di nicchie. Le piattaforme sono totalizzanti e schiacciano, mettendo del tutto fuori gioco gli avversari. Basta guardare Windows, e poi l’iPod-iPhone e decine di altri esempi. Il caso qui è lampante: Facebook si sta candidando a diventare la piattaforma del futuro per i social network.
La mossa è garantita da FriendFeed, tra gli altri, perché il sistema permette di aggregare e far transitare un melange di differenti informazioni, una fricassea mista di dati provenienti da fili infiniti di Rss basato su Xml mescolato da fonti e da sorgenti dei tipi più vari. Insomma, FriendFeed rischia di essere una delle “armi” più potenti per Facebook e per il suo desiderio di creare una comunità che viva non solo dentro internet ma anche e soprattutto dentro uno speciale “walled garden”.
L’inquietante interrogativo, solo l’ultimo di una lunga serie per quanto riguarda il Web 2.0 e i social network, è così arrivato sul tavolo. Quanto potrà cambiare la rete, mano a mano che la sua popolazione originaria si diluisce in un melting pot fatto di nuovi arrivi, attratti dalla parte sociale e non da quella tecnologica? Sarà ancora una rete di libertà e creatività e innovazione digitale, o diventerà come i grandi centri commerciali alla domenica pomeriggio, stracolma di gente che non ha niente da fare se non ciondolare a destra e a sinistra? Inquietudini e interrogativi per il futuro ai quali in molti non vogliono ancora dare una risposta.