Facebook sta testando processori ARM e Tilera nei suoi data center, valutando sul campo soluzioni non x86 che dovrebbero consentire risparmio di energia elettrica e migliori performance. E quanto avrebbero riportato a ZDNet due ingegneri hardware che lavorano per il noto social network e sono coinvolti nei test: Amir Michael (responsabile delle infrastrutture) e Matt Corddry (responsabile della progettazione hardware).
Sulla carta i consumi sono concretamente inferiori rispetto ai prodotti X86: un server basato su Calxeda consuma circa 5W per nodo, rispetto ai 20 Watt delle CPU Xeon più equilibrate. Per una realtà come Facebook i vantaggi possono essere concreti: il data center di Prineville (Oregon) consumerà una volta terminato circa 80MW, di cui almeno 64MW per alimentare i server. La differenza tra i 20 Watt e 5 Watt per nodo accennata prima può essere dunque decisiva.
I processori X86 AMD e Intel sono ottimi per compiti generici; man mano che le aziende si spostano sempre più verso il cloud, i big del settore studiano come guadagnare in termini di efficienza energetica e soluzioni alternative per carichi di lavoro importanti. Le soluzioni ARM si presentano come ideali: bassi consumi e prestazioni adeguate. Secondo gli studi di Facebook, il chip Tilera a 64 bit in grado di offrire un throughput del 67% maggiore rispetto alle soluzioni Intel nella gestione di un carico di lavoro Memcached.
[A cura di Mauro Notarianni]