Facebook per sbarcare in Cina sarebbe disposta a tutto, anche a creare uno strumento di censura. Lo dice il New York Times che attribuirebbe la decisione a Mark Zuckerberg, ansioso di trovare la porta per diffondere il social network in Cina, dove Facebook è stato bloccato ormai dal 2009.
Per prendere le distanze dalla responsabilità di bloccare contenuti specifici, Facebook avrebbe pensato lo strumento per essere utilizzato dalle terze parti, come le aziende locali cinesi, che avrebbero il pieno controllo sui messaggi che verrebbero visualizzati nei feed degli utenti. Il lavoro su questo strumento sarebbe iniziato lo scorso anno dopo la costruzione interna all’azienda di un team specializzato.
Internamente a Facebook, lo strumento non è certo segreto. I dipendenti hanno chiesto a Zuckerberg alcune informazioni su di esso in una delle sessioni di domande e risposte settimanali della società nel mese di luglio, domande cui il CEO della società ha risposto sostenendo che “E’ meglio per Facebook giocare un ruolo per consentire il confronto, anche se non si tratta di una conversazione completa.”
La realizzazione di uno strumento di censura che possa essere messo nelle mani di organi statali tutt’altro che democratici – per quanto allettante vista la possibilità di rientrare nel popoloso mercato cinese – suona come un sinistro espediente per proseguire una crescita continua, che pare essere ormai il traguardo unico cui punta l’azienda del social network.