Il programma di Facebook contro la disinformazione su COVID-19 e vaccini non si sta limitando soltanto all’eliminazione delle fake news: lo affermano due dipendenti, secondo cui il social network starebbe nascondendo tutti quei messaggi che avanzano dubbi sulle vaccinazioni anti-coronavirus. La situazione risulta ancora più controversa se si considera che ciò non starebbe avvenendo alla luce del giorno, perché anziché eliminare un contenuto notificandone il motivo a chi lo ha pubblicato ne verrebbe semplicemente annullata l’esposizione pubblica.
In uno dei documenti interni intitolato “Vaccine Hesitancy Comment Demotion” condiviso dai due informatori si legge ad esempio che l’obiettivo di Facebook è quello di «ridurre drasticamente l’esposizione dell’utente riguardo l’esitazione sui vaccini» mentre in un altro, denominato “Borderline Vaccine Framework”, si spiega come identificare e classificare tutti quei contenuti che potrebbero scoraggiare le persone dal sottoporsi alla vaccinazione, classificandoli in base al loro potenziale e al contesto, in modo da poterne valutare correttamente il danno che ne provocherebbero.
Più precisamente i revisori di contenuti di Facebook, sulla base di queste indicazioni e con l’aiuto degli algoritmi di intelligenza artificiale, assegnerebbero un punteggio ai contenuti per decidere quanto debba incidere il sistema declassante. Per il momento questo sistema è stato testato applicato sull’1,5% dei 3,8 miliardi di utenti di Facebook, di cui un portavoce dell’azienda ne avrebbe confermato l’esistenza: «abbiamo annunciato questa politica in maniera proattiva attraverso il nostro blog aziendale ed abbiamo aggiornato il centro assistenza con le medesime informazioni».
Secondo chi critica questa scelta, da una parte ci troviamo di fronte ad una vera censura perché di fatto viene tolta una voce dal teatro sociale, dall’altra si provocherebbe un danno, paradossalmente anche alla causa dei vaccini. Infatti, a prescindere dalla veridicità o meno delle informazioni condivise, chi ha dei dubbi sulla campagna di immunizzazione, si ritrova a parlare inconsapevolmente da solo e di conseguenza difficilmente avrà la possibilità di trovare opposizione e quindi di accedere ad un dibattito che potrebbe condurlo verso altre fonti autorevoli in merito alla malattia di COVID-19 e alle vaccinazioni attualmente in corso.