La società di Mark Zuckerberg paventa la possibilità di sospendere le sue attività nell’Unione Europea se sarà confermata una decisione della Commissione irlandese per la protezione dei dati (DPC) nata sulla base di una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del 16 luglio 2020 che, di fatto, boccia il cosiddetto Privacy Shield.
La decisione alla quale fa riferimento l’azienda di Facebook e Instagram è un ordine preliminare che mira a impedire il trasferimento dei dati degli utenti europei su server USA, per preoccupazioni sulla sorveglianza dei dati da parte del governo statunitense.
L’accordo che permetteva a multinazionali e big del mondo IT di scambiare dati personali tra i continenti, è stato ritenuto illegittimo dalla Corte di Giustizia UE per mancanze di garanzie in merito alla protezione dei dati personali.
L’Irlanda ha chiesto a Facebook di ovviare al trasferimento dei dati negli Stati Uniti (giustificato per la necessità di creare backup). In un documento depositato in tribunale, Yvonne Cunnane, Head of Data Protection and Privacy di Facebook, afferma che, qualora la decisione venisse confermata, non è chiaro in che modo l’azienda potrebbe continuare a fornire i suoi servizi all’interno dell’Unione europea.
I legali del social criticano il trattamento a loro dire ricevuto, evidenziando che a nessun’altro big del mondo IT sono stati contestati metodi simili per trasferire dati dall’UE agli USA.
Facebook pronta a ritirarsi dal mercato europeo? Un’assurdità a cui non crede nessuno – ha riferito a VICE News Michael Veale, ricercatoree dell’University College di Londra. La posta in gioco è troppo alta per il social (si calcola che i dati di ogni utente europeo valgono una media di 13,21$ l’anno, per non parlare degli introiti che arrivano da prodotti e servii offerti da migliaia di aziende), e un futuro senza Facebook in Europa non sembra la soluzione.