“A cosa stai pensando?”. Questa domanda che Facebook propone per default quanso si visita il social, ha meno risposte di un tempo. Sempre meno persone scrivono i loro pensieri, il loro stato d’animo, le loro riflessioni su Facebook. Lo sostiene un report di The Information secondo il quale il social sta cercando di combattere un calo (rispetto allo scorso anno) del 21% nel numero di utenti (1,6 miliardi al mese) che attivamente pubblicano sul social. Si tratta di un segnale preoccupante per il gigante blu, una riluttanza nella volontà delle persone di indicare aggiornamenti di stato.
Quello che era un luogo inizialmente riservato e intimo, è diventato forse un luogo troppo affollato, impersonale e freddo, un elenco di post che si scorrono senza troppo interesse, senza neanche più segnalare i “mi piace” e variazioni di quest’ultimo, come le emoji novità che avrebbe dovuto servire a risvegliare l’interesse. Non è ancora tempo di crisi, Facebook è ancora il luogo preferito da molti per pubblicare foto di matrimoni, vacanze e nascite, ma il declino a detta di molti è inevitabile e la cosa fa preoccupare Zuckerberg e soci. La minore propensione a parlare di sé rende, infatti, più complicato “profilare” gusti, abitudini e caratteristiche degli utenti, informazioni fondamentali per il social che trasforma questi dati preziosi in moneta sonante. Il lancio di nuove funzionalità come il recente “Facebook Live” servirebbe ad arginare la nuova tendenza. Zuckerberg ha anche pubblicato un appello, invitando gli utenti a postare filmati di qualunque tipo.
Già nel 2013 uno studio su un campione di ragazzi dell’Unione Europea tra i 16 e i 18 anni, evidenziava un calo di popolarità per Facebook, con i giovani che preferivano usare altre piattaforme per non trovarsi “tra i piedi” mamme e papà, passando a social verso i quali i genitori sono meno avvezzi all’uso.