Facebook avrebbe pagato “centinaia di appaltatori esterni” per trascrivere le chat audio dell’app Messenger. Lo riferisce Bloomberg spiegando che i contrattisti esterni avrebbero ascoltato e preso nota dei file audio degli utenti che hanno usato i servizi dell’azienda di Menlo Park.
Ai dipendenti assunti per questo tipo di lavoro non è stato spiegato da dove i file audio provenissero e lo scopo della trascrizione. Facebook ha confermato di avere trascritto le conversazioni audio e afferma di non farlo più.
La pratica di ascoltare e trascrivere le clip audio fa seguito alle polemiche nate dopo la scoperta che appaltatori di Apple, Amazon, Google e Microsoft, usano dipendenti per ascoltare le conversazioni con gli assistenti vocali al fine di migliorare le capacità di interazione di questi servizi.
Tra le società incaricate da Facebook per ascoltare i messaggi c’è la californiana TaskUs, azienda che si occupa di rivedere i contenuti pubblicati sul social per verificare potenziali violazioni delle policy. Secondo Facebook gli utenti per i quali gli operatori hanno trascritto i contenuti delle chat audio, hanno espressamente accettato questa funzione, e le trascrizioni dovrebbero servire a verificare che funzionalità di intelligenza artificiale abbiano effettivamente compreso i messaggi.
Facebook ha più volte negato di raccogliere i file audio degli utenti e di utilizzarli per indirizzare la pubblicità o quello che le persone vedono sulle loro bacheche. Rispondendo a un senatore nell’aprile dello scorso anno, Mark Zuckerberg dichiarò: “Lei sta parlando di questa teoria della cospirazione che noi ascoltiamo quello che passa per il microfono degli utenti e lo usiamo per la pubblicità, non lo facciamo”. Facebook ha in altre occasioni spiegato di accedere al microfono degli utenti solo se questi hanno dato il loro assenso dopo l’installazione dell’app e quando erano usate funzionalità specifiche che richiedono l’audio, come ad esempio la registrazione di messaggi vocali. Non ha mai spiegato a cosa servissero questi file.
Google e Apple hanno temporaneamente sospeso la revisione dei file audio da parte di tenze parti; Amazon consentirà agli utenti preoccupati per la privacy di rinunciare al sistema di revisione che coinvolge terze parti.