Facebook sembra aver iniziato in USA ad etichettare come “contestate” le bufale e le notizie false che circolano nel newsfeed degli utenti. Come promesso in dicembre, Facebook sta collaborando con società di terze parti specializzate nel fact-checking, dando ai suoi utenti la possibilità di segnalare manualmente le bufale.
Gizmodo è riuscita ad individuare uno dei post che hanno subito il trattamento di controllo e che presenta ora l’etichetta “Disputed”. Con questo sistema, i messaggi fasulli da siti di dubbia reputazione continueranno a essere visualizzati nella timeline, ma saranno accompagnati da un piccolo banner di avviso.
Questi banner vengono applicati dopo un lungo processo di valutazione. Il post falso deve o essere contrassegnato da un certo numero di utenti o essere individuato automaticamente dal software di Facebook. Il post viene poi inviato ai siti di fact-checking, come Snopes o Politifact in USA, dove viene controllato ed eventualmente etichettato se fasullo.
La procedura mostra però i suoi limiti: il post individuato da Gizmodo (in cui si sosteneva che lo smartphone Android di Donald Trump fosse responsabile della recente fuga di notizie dalla Casa Bianca), nonostante fosse palesemente falso è rimasto senza etichetta per quasi cinque giorni dopo essere stato inizialmente pubblicato.
La presenza dell’etichetta inoltre potrebbe essere insufficiente a limitare la diffusione o la percezione di post di questo tipo, soprattutto se supportati da fonti che provengono da siti cospirazionisti. Nella sostanza ci si chiede che senso abbia etichettare una notizia come “contestata” lasciandola tuttavia a disposizione della persone. Anche se “contestata”, una bufala continuerà ad esprimere e diffondere la sua falsità a prescindere dall’etichetta applicata. Per il momento Facebook non ha ancora attivato la stessa funzione in Italia, dove il social network collaborerà con la testata Pagella Politica.
