Non solo Facebook avrebbe raccolto dati a insaputa degli utenti ma li avrebbe condivisi con oltre 150 società, tra cui vengono citati tutti i big della tecnologia ma anche banche fino ad arrivare ad Apple, violando termini e condizioni di utilizzo.
Il nuovo report del New York Times svela nuovi dettagli sull’uso dei dati da parte di Facebook, da tempo sotto l’occhio del ciclone dopo la fuga dei dati legata allo scandalo di Cambridge Analytica. I riferimenti alla condivisione dei dati con dispositivi Apple riguarda il passato e un breve periodo di collaborazione tra Cupertino e il colosso dei social, ciò nonostante Cupertino nega qualsiasi coinvolgimento.
Il quotidiano statunitense cita “centinaia di pagine” di documenti Facebook e interviste con ex dipendenti e partner. Il social avrebbe siglato “speciali intese per la condivisione dei dati” con aziende quali Microsoft, Netflix, Spotify e Amazon, “simbiotiche relazioni” per stimolare la crescita ma potenzialmente in conflitto con principi giuridici fondamentali e la normativa stessa in materia prevista da Facebook.
Da documenti interni di Facebook risalenti al 2017 e nei quali si fa riferimento alle partnership web, si evidenziano strategie che avrebbero consentito ampio accesso alle informazioni degli utenti, a un livello ben più profondo di quanto già ammesso pubblicamente.
Il social di Zuckerberg avrebbe ottenuto da alcuni partner speciali privilegi per bypassare le misure standard di protezione della privacy. Il social, ad esempio, ha rivelato i nomi di tutti gli “amici” al motore di ricerca Bing di Microsoft senza il consenso degli utenti; a Netflix e Spotify è stato concesso l’accesso ai messaggi privati. I nomi degli amici, il nome degli utenti e informazioni di contatto sono state fornite anche ad Amazon e Yahoo, permettendo loro di visualizzare post.
Nel report del New York Times si fa riferimento ad accordi per la condivisione dei dati con oltre 60 produttori di smartphone, inclusi Samsung e Apple. Facebook ha ottenuto accesso ai dati personali degli utenti. In precedenza specifiche funzionalità erano integrate direttamente anche in iOS e Apple aveva spiegato che queste permettevano di pubblicare foto sul social direttamente dal sistema senza bisogno per l’utente di accedere all’app Facebook. La partnership tra Apple e Facebook è terminata e i sistemi operativi più recenti di iPhone, iPad e Mac non integrano più funzionalità specifiche per l’accesso ai social.
Secondo il New York Times, Facebook avrebbe sfruttato le funzionalità integrate nel sistema operativo per offuscare indizi che facevano capire all’utente che vi era accesso ai suoi dati. Apple era in grado di accedere ai numeri nella rubrica e agli eventi/compleanni del calendario anche degli utenti che avevano disabilitato dalle impostazioni del sistema operativo questi settaggi nelle opzioni di sistema per l’account Facebook.
Apple ha dichiarato al quotidiano statunitense di non essere a conoscenza di “accessi speciali” ottenuti da Facebook sui suoi dispositivi, spiegando che i dati condivisi rimangono sul dispositivo dell’utente e non vengono messi a disposizione di altri.
Il CEO di Apple, Tim Cook, ha più volte espressamente preso le distanze dalle spregiudicate politiche in materia di condivisione di dati di Facebook, ribadendo in più occasioni che la riservatezza è un diritto fondamentale delle persone. Il Ceo di Cupertino ha più volte criticato le società della Silicon Valley per la raccolta indiscriminata di informazioni sugli utenti che usano a fini pubblicitari.