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Facebook è stato responsabile, o ha il merito, a seconda dei punti di vista, di aver fatto eleggere Donal Trump? Il sospetto circola negl Stati Uniti in conseguenza del modello sociale e di informazione che si è rapidamente costruito dal debutto del social network ad oggi.
Le argomentazioni più forti arrivano – secondo il New York Times – presentate da fonti interne alla stessa Facebook. Alcuni dipendenti supportati da manager anche di livello elevato che hanno cominciato fin da subito a riflettere in chat private dopo l’affermazione del candidato repubblicano sull’effetto di alcune false notizie. Tra di esse ad esempio il fatto che Papa Francesco avesse abbracciato le tesi di Trump (quando invece il Papa appare, per molti aspetti sul fronte opposto), una “notizia” che ha avuto più di un milione di condivisioni e la nascita di un falso sito di notizie che ha diffuso informazioni del tutto infondate sulla Clinton.
Mark Zuckerberg ha respinto tali argomentazioni, maaltri manager in Facebook sembra stiano cominciando ad analizzare più da vicino il ruolo del social network come strumento di informazione. Dopo le prime critiche, Zuckerberg ha postato un lungo aggiornamento di stato sulla sua pagina, affermando che “il 99 per cento di ciò che la gente vede è autentico. Solo una piccola quantità di notizie sono false o bufale.”
Zuckerberg ha evidenziato come la piattaforma abbia lanciato un’iniziativa per consentire agli utenti di segnalare le bufale, ma il CEO sembra comunque non voler sposare l’idea che Facebook sia anche una media company, sostenendo che le notizie non sono le principali entità condivise sul suo social.
Se è vero che Facebook nasce come network sociale e non come media company, è altrettanto vero come nel corso del tempo il social network sia diventato un potente megafono per la diffusione delle notizie, oltre che uno dei luoghi principali in cui le persone possono “informarsi” e scoprire cosa accade nel mondo, non solo virtuale ma soprattutto reale.
Per rendersi conto di ciò basta citare un recente studio di Pew Research secondo cui il 62 per cento degli americani apprendono alcune notizie dai social media, mentre ben il 18 per cento di essi le apprendono per la maggior parte proprio dalle reti social.
Inoltre l’azienda ha dovuto affrontare numerose sfide quest’anno, legate proprio alla diffusione delle notizie; nonostante gli sforzi di Facebook per adottare misure efficaci e limitare il flusso di disinformazione, Zuckerberg ha osservato come questo non sia è un compito semplice: mentre alcune informazioni possono essere ridimensionate immediatamente, altre storie possono essere più difficili da analizzare.
Facebook raggiunge ormai miliardi di persone in tutto il mondo e può essere – senza timore di smentita – considerato uno di più potenti strumenti di informazione disponibile oggi: la sua capacità di controllare la qualità dell’informazione diffusa sarà una delle sfide più importanti dell’azienda per i prossimi mesi.