In concomitanza dell’update a iOS 16.1, Apple ha anche aggiornato le linee guida dell’App Store ribadendo chiaramente che le funzioni di app quali Facebook che offrono alle aziende il “boost” dei post – in altre parole funzioni che consentono di mettere in evidenza post nell’ambito di campagne pubblicitarie – devono essere attivate sfruttando gli acquisti in-app.
Meta – l’azienda sotto il cui cappello è inclusa Facebook – non gradisce ovviamente quanto riportato nelle linee guida di Apple e in una dichiarazione a The Verge un portavoce del social ritiene che Apple abbia predisposto policy per rafforzare i suoi soli interessi, sminuendo gli altri.
“Apple continua a evolvere le proprie politiche per far crescere la sua attività, continuando a sminuire gli altri nella digital economy”, ha riferito il portavoce di Meta. “Apple ha in precedenza riferito di non volere quote da introiti pubblicitari degli sviluppatori, ma ora a quanto sembra ha cambiato idea, Continuiamo a impegnarci per offrire alle piccole attività modi semplici per pubblicare annunci e far crescere la loro attività con le nostre app”.
Facebook offre ad aziende e attività varie la possibilità di mettere in evidenza i post (es. un post relativo a una offerta o un evento), scegliendo dettagli quali il pubblico con caratteristiche specifiche, budget, durata, ecc. pagando (con carta di credito, PayPal o altro sistema) per raggiungere più persone e promuovere l’azienda.
Anche prima della revisione delle linee guida dell’App Store la Casa di Cupertino aveva spiegato che contenuti digitali di questo tipo devono essere venduti passando per gli acquisti in-app, ma finora Facebook non ha seguito queste indicazioni, scavalcando il sistema dei pagamenti di Apple (e impedendo a quest’ultima di ottenere la percentuale). Anche Instagram usa meccanismi simili a quelli offerti da Facebook per consentire di mettere in evidenza i post, mentre altri social quali Twitter e TikTok prevedono il meccanismo degli acquisti in-app come pretende Apple.