Governi e medici di tutto il mondo sono da giorni impegnati a indicare informazioni precise e rispondere a domande sulle misure di contenimento, le modalità di trasmissione, forme di prevenzione, trattamento e diagnosi per contrastare l’emergenza coronavirus.
Molti sforzi sono vanificati dal dilagare di notizie infondate, prive di senso e vere e proprie idiozie che circolano su Facebook e, ancora peggio, su WhatsApp. L’applicazione di messaggistica istantanea è sfruttata per diffondere audio con indicazioni fuorvianti e anche pericolose, molte delle quali sfatate da medici e da tanti siti che – onorevolmente – cercando si smascherare bufale di tutti i tipi.
Il Primo Ministro irlandese Leo Varadka su Twitter pochi giorni addietro ha scritto: “Esorto tutti a bloccare la condivisione di informazioni non verificate sui gruppi WhatsApp. Questi messaggi spaventano e confondono le persone provocando danni reali. Per favore, recuperate le informazioni da fonti ufficiali e affidabili”.
I am urging everyone to please stop sharing unverified info on What's app groups. These messages are scaring and confusing people and causing real damage. Please get your info from official, trusted sources. Follow @HSELive @hpscireland @WHO @merrionstreet @dfatravelwise
— Leo Varadkar (@LeoVaradkar) March 16, 2020
Informazioni sbagliate, prive di senso o distorte circolano come messaggi sugli smartphone, girate dall’amico dell’amico, che ha sentito il parere di presunti medici, di un presunto ospedale o di un presunto infermiere o altro operatore sanitario o da chi lavora a stretto contatto con il governo. Tra le bufale circolate: quelle di non assumere Ibuprofen perché provoca o stimola il COVID19, comunicati attribuiti a paracadutisti del 1° Reggimento Tuscania Carabinieri, quelle sul contenimento BSL-4, la bufala della vitamina C contro il Coronavirus, un farmaco russo che ferma il virus “ma non ci vogliono dare” e altre idiozie a pioggia.
WhatsApp non monitora i messaggi ed è complicato farlo anche in virtù dei meccanismi di crittografia end-to-end sfruttati dall’app per inviare i messaggi. Věra Jourová, vicepresidente della Commissione europea responsabile coordinamento delle politiche sui valori e la trasparenza, ha dichiarato: “È evidente che molte informazioni false continuano a circolare nella sfera pubblica”, evidenziando la necessità di ” comprendere a fondo i rischi associati ai servizi di comunicazione end-to-end”.
Intanto le bufale si moltiplicano e circolano indisturbate. Il consiglio per tutti è di eliminare audio e altri messaggi potenzialmente pericolosi, non girarli e nessuno per nessun motivo ricordando che la condivisione di post allarmistici e dannosi può comportare gravi conseguenze. Come spiega Bufale.net, la cosa che rende difforme alcune bufale dalle altre iterazioni è la formula prescelta: la voce narrante si presenta come una persona di autorità nella sua piccola comunità, che comunica con un linguaggio semplice ed amichevole a persone semplici ed amichevoli. Amici, familiari, anziani… il tutto genera un senso di familiarità che rende ottuse le facoltà interpretative del condivisore stimolandolo a condividere l’appello”.
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