Vi siete invecchiati, ringiovaniti, trasformati in donna o messi la barba con FaceApp? Siete nel contempo preoccupati della vostra privacy? Bene, allora fate un bel respiro, dieci minuti di meditazione zen e poi leggete le condizioni di utilizzo dell’applicazione che “impazzire mezzo mondo fa”. Da essa apprenderete che le vostre foto, quelle che avete usato per divertirvi con amici e parenti, non sono più vostre e FaceApp ci può fare quel che vuole, compreso sfruttarle per fini commerciali polverizzando la vostra privacy.
Tutto questo è perfettamente legale e messo nero su bianco nei termini e condizioni per l’uso dell’app. Qui si legge chiaramente che gli sviluppatori sono titolari di ciò che è caricato nell’app. In pratica usando FaceApp si consente al titolare dell’applicazione di fare tutto ciò che vuole e può fare.
Nei termini di servizio c’è, tra le altre cose, scritto che l’utente concede a faceApp “il consenso a usare i Contenuti Utente”, dando agli sviluppatori una licenza perpetua, irrevocabile, non esclusiva, a titolo gratuito, mondiale”, una licenza che si intende “pienamente retribuita”, “trasferibile”, “cedibile” per “l’uso, la riproduzione, la modifica, l’adattamento, la pubblicazione, la traduzione, l’uso di opere derivate, la distribuzione”, utilizzabili nella “pubblica esecuzione e visualizzazione”.
In altre parole, accettando i termini di servizio, si concorda con la possibilità di mettere a disposizione degli sviluppatori contenuti utilizzabili per qualunque scopo commerciale.
Gli sviluppatori di FaceApp possono – legalmente – come evidenzia Appleinsider quello cui molti non hanno fatto caso: usare i contenuti caricati nell’app a scopo commerciale, in modo perpetuo e irrevocabile e persino in ambiti nei quali l’utente non può per nessun motivo opporsi. Come se ciò non bastasse, gli sviluppatori spiegano di non essere obbligati a rispettare privacy per l’uso di “nomi, somiglianze, voci o personaggi” che potrebbero in qualche modo permettere di risalire all’identità di un individuo.
L’effetto dell’acquisizione dei volti è intuibile se analizzate le immagini “trasformate” dall’algoritmo AI come quelle che riportiamo sopra: nel caso dell’invecchiamento si tratta di una aggiunta di rughe, grinze e inbianchimento dei capelli mentre nell’operazione di “ringiovanimento” vengono aggiunte parti di volto che non sono proprio dell’inviduo recuperandole da altre foto acquisite in precedenza.
Di fatto FaceApp costruisce il vostro nuovo aspetto mettendo insieme parti dal database dei precedenti ritratti che è libera di manipolare a suo piacimento.
Ancora, FaceApp spiega in un piccolo paragrafo che ha il potere di memorizzare i contenuti indipendentemente se l’utente acconsente o no a farlo.