Le condizioni di lavoro e di vita degli operai cinesi negli stabilimenti Foxconn dedicati alla produzione di iPad sono decisamente migliori rispetto alla norma. E’ questo il parere contenuto nel report preliminare realizzato da Auret van Heerden, presidente della Fair Labor Association, siglata FLA, l’organizzazione indipendente incaricata da Apple per esaminare le fabbriche di tutti i principali fornitori per poi suggerire ed elaborare soluzioni ai problemi eventualmente riscontrati. “Sono rimasto molto sorpreso quando ho visitato gli stabilimenti Foxconn, (un ambiente, ndr) tranquillo rispetto a una fabbrica di abbigliamento” ha dichiarato il presidente della FLA intervistato da Reuters che ha aggiunto alcune prime ipotesi sulle ragioni che hanno portato ai tristemente noti casi di suicidio verificatesi nel corso del 2011: “Quindi i problemi non sono l’intensità, lo stress e l’ambiente da pentola a pressione che si hanno in una fabbrica di abbigliamento… E’ più una questione di monotonia, di noia, di alienazione, forse”.
Le nuove ispezioni da parte della FLA sono in corso su esplicita richiesta di Cupertino: ricordiamo che Tim Cook ha dichiarato che Apple ha a cuore le condizioni di tutti i lavoratori impegnati presso gli stabilimenti dei numerosi fornitori non solo in Asia e Cina ma anche in tutto il resto del mondo. La decisa presa di posizione di Tim Cook e di Apple sono stati annunciati a pochi giorni di distanza di un lungo articiolo del New York Times in cui si sosteneva che Apple non avesse fatto tutto il possibile per evitare gli incidenti e persino i suicidi verificatesi nelle città-fabbrica di Foxconn. Proprio per quanto riguarda i casi di suicidio il presidente della FLA avanza una ipotesi preliminare sulle ragioni che potrebbero aver spinto diversi giovani operai a gettarsi nel vuoto: “Ci sono molti giovani, provenienti dalle zone rurali, lontani dalle famiglie per la prima volta. Sono trasferiti da un’area rurale a uno stile di vita industriale, spesso molto intenso, è questo è uno shock per questi giovani lavoratori”. Più che per le condizioni di vita e di lavoro nelle fabbriche Foxconn il problema potrebbe essere legato ai sentimenti e allo stato d’animo delle persone coinvolte: “Spesso scopriamo che è necessario un qualche tipo di supporto emotivo, (supporto) che questi giovani non riescono ad ottenere”.
Nella sua intervista a Reuters Auret van Heerden esclude categoricamente che la FLA possa riservare un trattamento di favore nei propri report nei riguardi di Cupertino, mitigando o alleggerendo situazioni scomode. Nel lavoro della FLA intervengono diverse organizzazione non governative e oltre 200 università fanno parte del consiglio: il quadro riportato è quello di una organizzazione nata e creata per mitigare e risolvere condizioni di lavoro non idonee, operando con un organigramma e una organizzazione pensati per offrire completa autonomia. Piuttosto chiare e decise anche le dichiarazioni rilasciate in questo senso relative alla scelta di Cupertino di rivolgersi alla FLA: “Apple non ha bisogno di aderire alla FLA. Il sistema FLA è molto severo. Comporta visite senza preavviso, accesso completo e report pubblici. Se Apple avesse voluto scegliere la via più facile in giro ci sono una serie di opzioni disponibili. Il fatto che abbiano aderito alla FLA dimostra che (Apple) è seriamente intenzionata a migliorare il proprio sistema”.
Nei prossimi giorni le ispezioni della FLA proseguiranno non solo in Foxconn ma anche in Pegatron, Quanta e altri principali fornitori della Mela. Oltre all’esame degli stabilimenti gli ispettori della FLA intervisteranno in modo anonimo circa 35mila operai con domande riguardanti il proprio contratto di lavoro, la procedura di assunzione, le condizioni di lavoro, eventuali ritorsioni in seguito a lamentele e molto altro ancora. Le persone coinvolte potranno rispondere alle domande in modo rapido e con la massima garanzia di anonimato utilizzando degli iPad.