WebOS, il sistema operativo sviluppato sul motore wen WebKit da Palm e ora detenuto da HP dopo l’acquisto della società del Treo offriva grandi prospettive: un design capace di rivaleggiare con quello di iOS e un’apertura degna di Android: il meglio di entrambi i mondi. C’è un problema però: WebOs non è tecnicamente all’altezza dei concorrenti, non lo è mai stato.
A dirlo non è quelche critico dell’ultim’ora, ma alcuni dipendenti ed ex dipendenti di Palm, che hanno rivelato al New York Times le lacune strutturali del sistema operativo del Pre, con i relativi errori strategici operati dall’azienda. “Palm avev avisto giusto nel voler sviluppare di un sistema operativo basato sulla tecnologa web – afferma Paul Mercer, ex Apple e Palm – ma semplicemente non siamo stati in grado di realizzare un progetto di questo tipo. Palm non avrebbe mai potuto realizzarlo, perché tale tipo di tecnologia non era ancora disponibile.”
L’opinione di Mercer è appesantita da dichiarazioni di altri responsabile del progetto, rimasti anonimi perchè ancora legati ad HP, ma non per questo meno teneri: a Palm mancavano i talenti capaci di realizzare il progetto, mancavano leader e ingegneri all’altezza; difficoltà dovute anche al fatto che esistevano poche persone sul mercato davvero capaci di lavorare su WebKit, molte delle quali già dipendenti Apple o Google. Il Pre fu lanciato frettolosamente e, nonostante le promesse le potenzialità, mostrò tutti limiti di un sistema operativo acerbo e poco convincente dal punto di vista dell’esecuzione.
Le difficoltà di Palm si sono acuite con l’acquisto di HP: molti dipendente hanno lasciato le loro posizioni per approdare in altre aziende: Mercer stesso, Peter Skillman, approdato a Nokia per lavorare su MeeGo, e Matias Duarte, reclutato da Google per lavorare su Android. Proprio Duarte viene descritto come l’uomo più importante del team di webOS, senza il quale il progetto era oramai abbandonato a se stesso e destinato all’abbandono.
HP, riferiscono le fonti interne all’ex Palm, ci mise del suo aumentando la burocrazia e le macchinose procedure aziendali; sebbene il numero di ingegneri sul progetto fosse aumentato, il successo non arrivò: il TouchPad fu lanciato e, causa delle poche vendite, abbandonato dopo poche settimane.
Il futuro di webOs, dato prima per spacciato, ha da poco abbracciato la filosofia di un sistema open source, su cui HP dichiara di voler ancora scommettere, ma se quanto riferito dalle voci è vero è ben lontano dal rappresentare una vera minaccia per iOS e Android.