Ben Farrel, ex dipendente Apple con l’incarico di customer service manager negli ultimi due anni, ha scritto sul suo blog personale un post molto critico nei confronti della sua ex azienda, ripreso in seguito anche dall’International Business Time. Farrell accusa la Mela di opprimere i dipendenti con una “cultura tossica” che si distanzia totalmente da quelli che secondo Farrell erano i valori proposti da Steve Jobs. Per questi motivi Farrell ha deciso di abbandonare l’azienda: “Non sono più parte di quella macchina collettiva, quell’iCult i cui sporchi, logori, sudici e ingenui meccanismi interni di bullismo, di molestie e di controllo mentale spingono sul mercato ogni anno lucidi iPhone”.
Farrell racconta alcuni episodi rilevanti della sua permanenza ad Apple rilevando come l’azienda non avesse avuto alcun rispetto per le sue emergenze di salute e famigliari, mettendogli pressione per la consegna del lavoro anche in condizioni fisiche difficoltose o alle prese con la gravidanza della moglie.
L’ex impiegato racconta anche della soddisfazione con cui i dirigenti Apple ripetevano come un mantra storie di potere, esaltandosi ubriachi davanti a una birra sul fatto che loro potessero decidere il destino di decine di persone semplicemente privandoli del lavoro.
L’ordine del giorno a Cupertino, poi, sarebbe stato scandito da infinite riunioni il cui scopo era semplicemente quello di soddisfare l’esigenza dei superiori di presentare rapporti e documenti che dovevano semplicemente fare una buona impressione, a costo anche di piegare dati e numeri per compiacere questo obiettivo. A poco sono servite le lamentele di Farrell nei confronti di un non meglio identificato senior manager, che si è limitato a minacciare di prendere provvedimenti più seri nei suoi confronti.
Da qui la decisione di Farrell di licenziarsi e la sconsolata conclusione nel suo post: “Per una società che pretende di migliorare la vita delle persone attraverso la tecnologia – non sanno niente della vita. Niente di niente. Sono deluso soprattutto per il fatto che amavo Apple. Ho amato i loro prodotti e sono stato un sostenitore di quello che presumibilmente rappresentano. Sfortunatamente ho visto dietro il loro esterno in acciaio inox brillante e lucidato, ho camminato attraverso le porte di vetro smerigliato e ho visto una cultura tossica di manipolazione, intimidazioni, minacce e politica, incongruente rispetto ai valori che predicano”.