Ci sono piattaforme cinesi di e-commerce che stanno prendendo sempre più piede all’interno del territorio Europeo: in particolare Shein e Temu, sempre più gettonati dagli utenti, hanno attirato l’attenzione dell’Unione Europea, che adesso ha formalmente chiesto ai colossi informazioni sulle azioni che stanno intraprendendo a tutela dei consumatori, bambini inclusi.
La richiesta arriva in un momento storico particolarmente caldo per i colossi che operano all’interno del panorama europeo. Ne sanno qualcosa Apple, Microsoft e Meta che sono state raggiunte da indagini formali riguardo a presunte violazioni del Digital Services Act. Ed è proprio in nome del DMA che l’UE sta adesso chiedendo a Shein e Temu rassicurazioni sulle tutele per i consumatori.
Più nel dettaglio, la Commissione Europea ha dichiarato di voler sapere quali misure le piattaforme di origine cinese stanno adottando per garantire che gli utenti possano segnalare prodotti illegali.
I dark pattern
Non solo, la Commissione vuole anche sapere come Shein e Temu stiano rispettando le normative relative alle interfacce online per evitare i “dark patterns”, ossia pratiche che inducono gli utenti a fare acquisti indesiderati o ad accettare impostazioni senza neppure esserne consapevoli.
Inoltre, la Commissione ha chiesto maggiori informazioni su come le piattaforme garantiscono la trasparenza dei loro sistemi di raccomandazione dei prodotti, quindi su come intervengono gli algoritmi delle piattaforme per promuovere contenuti personalizzati.
Cosa succede adesso
Shein e Temu hanno adesso tempo fino al 12 luglio per fornire risposte all’Europa, che verranno naturalmente sottoposte al vaglio della Commissione UE. Dal canto suo Shein ha dichiarato che sta “lavorando per rispondere prontamente” alla richiesta di informazioni, precisando che l’azienda condivide l’obiettivo della Commissione di garantire che i consumatori dell’UE possano fare acquisti online con tranquillità.
Anche Temu ha dichiarato di voler “collaborare pienamente” con l’UE, ribadendo di di essere “pienamente impegnati” a rispettare tutte le leggi e regolamenti applicabili nei mercati in l’azienda opera. C’è da notare, però, che l’intervento della Commissione non è stato propriamente volontario e autonomo. La Commissione, infatti, ha apertamente dichiarato di essere partita da un reclamo presentato dalle organizzazioni dei consumatori.
A maggio, il gruppo europeo BEUC per i diritti dei consumatori ha presentato un reclamo contro Temu alla Commissione Europea, accusando l’app di utilizzare “tecniche manipolative”.
Le due società, si aggiungono, ad un elenco di 24 società, tra cui figurano AliExpress, Amazon e Zalando, che secondo l’UE sono da considerare come “piattaforme online molto grandi” che devono rispettare regole di sicurezza più severe, avendo più di 45 milioni di utenti attivi mensili nell’Unione Europea.
Tutti gli articoli che parlano di Finanza e Mercato sono disponibili a partire dai rispettivi collegamenti.