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L’Europa vuole rider e autisti assunti come dipendenti, Uber trema

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I paesi membri dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo tanto atteso sulle regole che apriranno la strada a una maggiore protezione lavorativa iper i 28 milioni che ruotano attorno alla gig economy in Europa: stiamo parlando dei cosiddetti rider.

L’accordo di lunedì sulle norme del settore potrebbe in futuro consentire agli autisti di Uber e ai rider delle consegne di cibo a domicilio, di ricevere assistenza sociale e altri benefici. L’accordo sblocca le lunghe negoziazioni tra i 27 paesi membri che stavano ritardando la stesura della normativa.

Così ha commentato Paulina Brandberg, la ministra svedese per l’uguaglianza di genere e la vita lavorativa, che ha presieduto le discussioni a Lussemburgo:

La gig economy ha portato molti benefici alle nostre vite, ma ciò non deve avvenire a discapito dei diritti dei lavoratori. L’approccio del Consiglio trova un buon equilibrio tra la protezione dei lavoratori e la certezza giuridica per le piattaforme che li impiegano

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Foto di Joshua Lawrence su Unsplash

La maggior parte dei lavoratori delle aziende come Deliveroo, e simili, è registrata come lavoratore autonomo. Secondo le proposte concordate dal Consiglio europeo, le aziende che imporranno o controlleranno gli orari di lavoro dei dipendenti, il loro abbigliamento sul posto di lavoro e limiteranno la possibilità di accettare o rifiutare un lavoro dovranno considerarli dipendenti e sopportarne i costi aggiuntivi.

L’accordo include anche le prime norme dell’UE sull’uso dell’intelligenza artificiale sul luogo di lavoro, con l’obbligo per le aziende di garantire un controllo umano dei loro sistemi automatizzati di monitoraggio e di decisione.

Cosa succede adesso

I paesi membri avvieranno ora le discussioni sulle proposte con il Parlamento europeo, con il tempo che stringe per garantire l’approvazione del pacchetto prima della fine del ciclo legislativo dell’UE nell’estate del 2024.

I colloqui tra i ministri si erano interrotti nel dicembre scorso perché i paesi erano divisi tra i favorevoli alla proposta della Commissione europea e coloro che chiedevano un regime meno restrittivo per le imprese.

L’impasse è stata superata in un incontro a Lussemburgo lunedì scorso; sebbene nessun paese abbia votato contro la proposta, Germania, Spagna, Grecia, Estonia e Lettonia si sono astenuti, secondo due diplomatici dell’UE.

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Foto di Guillaume Périgois su Unsplash

Le conseguenze della nuova proposta

La definizione di “dipendente” ha enormi implicazioni per aziende come Uber e Deliveroo. Più lavoratori sono registrati come dipendenti, anziché come lavoratori autonomi, più queste aziende saranno gravate dai costi previdenziali per ciascun singolo lavoratore, o come i congedi parentali.

Ecco perché la proposta è stata a lungo oggetto di pressioni a Bruxelles negli ultimi anni, secondo i membri del Parlamento europeo e i diplomatici. I CEO, tra cui il capo di Uber Dara Khosrowshahi e Markus Villig, hanno avvertito in una lettera al Financial Times questo mese che la nuova proposta in lavorazione in Europa toglierebbe l’indipendenza a rider e corrieri.

Anabel Diaz Calderon, vicepresidente di Uber, ha dichiarato che tale normativa, invece di fornire certezza giuridica e protezioni obbligatorie per i lavoratori effettivamente autonomi, probabilmente costringerebbe centinaia di migliaia di persone a perdere il lavoro e spingerebbe una piccola minoranza a contratti di lavoro che non desiderano.

Anche l’Europa sta valutando un bando obbligatorio contro Huawei per attrezzature e strumenti di rete 5G. Per tutti gli articoli relativi alle questioni europee in campo tecnologico si parte direttamente da questa pagina.

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