L’Europa sta installando più pannelli solari che in passato, grazie a un’ondata di pannelli solari cinesi economici, che ha spinto le installazioni del 40% durante l’anno scorso. Questo, tuttavia, ha un costo elevato: i produttori locali di pannelli solari sono sull’orlo di un collasso totale che potrebbe verificarsi nel giro di breve tempo, forse addirittura alcune settimane.
L’Unione Europea sta considerando quali misure adottare, dato che circa il 95% dei pannelli solari e delle parti utilizzate in UE provengono dalla Cina, secondo i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia evidenziati da Reuters.
Godersi i benefici di tutta quella energia verde con container pieni di pannelli solari cinesi ha, come contro altere, la distruzione del settore locale: “La situazione è davvero, davvero, davvero preoccupante” dichiara Johan Lindahl, segretario generale del Consiglio Europeo dei Produttori di Energia Solare.
I produttori europei di pannelli solari locali si trovano nel pieno di una crisi in cui sostengono di non poter competere con le importazioni economiche dalla Cina e l’eccesso di offerta da questo Paese. Le aziende stanno chiudendo, mentre una “eccedenza” di pannelli cinesi si trova nei magazzini in Europa, secondo un precedente rapporto di Reuters dello scorso anno.
Il settore dei pannelli solari UE ha avvertito che metà della sua capacità produttiva potrebbe chiudere entro settimane a meno che il governo non adotti misure radicali – e ciò significa dazi sulle importazioni dalla Cina.
Tuttavia, non tutti sono d’accordo su questa possibile strategia. Il ministro dell’economia tedesco Robert Habeck ha scritto all’UE che i dazi sulle importazioni cinesi potrebbero porre fine all’impressionante espansione dell’energia verde in Europa, rendendo più costoso il 90% del mercato del fotovoltaico.
Per quanto riguarda l’Italia, è stata appena annunciato un investimento di 90 milioni di euro in una fabbrica di pannelli solari in Sicilia. Le misure sul tavolo in UE includono una legge per accelerare le autorizzazioni per i produttori locali e dare vantaggi ai prodotti UE nelle “future gare d’appalto per le tecnologie pulite”.
Le restrizioni commerciali non sono affatto una questione leggera, specialmente considerando che l’UE mira a raggiungere più di 320 GW di nuova capacità fotovoltaica installata entro il 2025 e 600 GW entro il 2030, anche se probabilmente avrà bisogno di pannelli solari cinesi per raggiungere questi obiettivi.
Europa e Cina, i quasi amici dei pannelli solari
A settembre l’UE ha avviato un’indagine sull’industria automobilistica cinese, poiché le aziende europee stanno avendo difficoltà a competere con le importazioni cinesi economiche e ad alta tecnologia di veicoli elettrici, realizzate con manodopera a basso costo.
L’UE sta indagando su ciò che definisce sovvenzioni ingiuste e campagne di prestiti bancari da parte di Pechino che avrebbero alimentato la crescita fuori misura, con il timore che la Cina stia costruendo impianti di veicoli elettrici ben al di là dei livelli necessari per la domanda interna.
Nel frattempo, gli Stati Uniti stanno stringendo le regole sui veicoli elettrici cinesi e sulle parti di EV vendute dalla Cina, con tariffe così alte in USA che la Cina ha rivolto la sua attenzione su altre aree, ovvero America del Sud, Asia ed Europa. Mutatis mutandis, secondo alcuni produttori europei riferiscono che la Cina sia pronta a fare la stessa cosa con i pannelli solari.
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