Ericsson ha pagato l’ISIS per poter entrare in Iraq aggirando la dogana: è quanto emerge da un’indagine del Dipartimento di Giustizia americano condotta nel 2019 ma venuta alla luce soltanto in questi giorni, facendo scoppiare una vera e propria bomba mediatica che ha già portato al crollo di 12 punti del titolo Ericsson in borsa.
Una serie di fatti che rischia di rovinare la reputazione dell’azienda in un momento cruciale, visto che stava riuscendo a cavalcare l’onda del 5G anche grazie alla sfiducia degli Stati Uniti nei confronti della cinese Huawei, partita col bando di Trump e di cui ne sta pagando le conseguenze ancora oggi. Le tangenti – si legge – sono state pagate al Califfato fino al 2018, con numerosi pagamenti effettuati a favore di fornitori senza nessuna ricevuta, spese di viaggio sproporzionate e attraverso l’uso di grossisti esterni per i versamenti in contanti a terzi.
In base a quanto si apprende gli appaltatori ingaggiati da Ericsson pagarono il pizzo ad organizzazioni criminali per ottenere accesso e protezione lungo percorsi alternativi che le avrebbero permesso di aggirare la dogana e senza dover quindi dichiarare la merce. In tutto questo marasma ci sono anche sospetti di riciclaggio di denaro, con l’aggravante che tutto questo come dicevamo avveniva tra il 2011 e il 2018, periodo in cui lo Stato Islamico ampliava il proprio controllo sul territorio iracheno.
L’amministratore delegato dell’azienda svedese, Borje Ekholm, ha ammesso che «ci sono state gravi violazioni del codice etico» di Ericsson, anche se «nessuno dei dipendenti dell’azienda è risultato essere direttamente coinvolto nel finanziamento delle organizzazioni terroristiche», licenziando invece quelle coinvolte direttamente coi fatti sopra descritti. «Non siamo neppure riusciti a stabilire in quali mani sono finiti i soldi».
Già tre anni fa Ericsson fu coinvolta in un’altra accusa di corruzione e condotta sleale in cinque paesi – Cina, Indonesia, Vietnam, Gibuti e Kuwait (che confina con l’Iraq) – che le costò un miliardo di dollari. Questa volta però oltre ai problemi di legge ci saranno da affrontare anche quelli con gli investitori, chiaramente allarmati da quanto emerso da questa indagine.
Dal mese di ottobre del 2021 Ericsson e Apple sono di nuovo ai ferri corti per licenze e brevetti su tecnologie cellulari 5G. Tutti gli articoli di macitynet che parlano di Ericsson sono disponibili a partire da questa pagina.