Apple è stata citata in giudizio da Ericsson perché ha continuato a usare i brevetti 5G dell’azienda svedese nonostante i contratti che ne concedevano l’uso fossero scaduti. Due le cause intentate da Ericsson che coprono un totale di 12 brevetti, arrivate a seguito di un mancato raggiungimento di un accordo tra le due parti prima della scadenza dei contratti.
In base a quanto si apprende, le denunce sono state depositate nel distretto occidentale del Texas e almeno in una giurisdizione sconosciuta al di fuori degli Stati Uniti. Ericsson afferma di aver concesso le licenze dei brevetti per le tecnologie 2G e 3G nel 2008, quando Apple ne aveva bisogno per il primo iPhone. Nel 2015 poi le due società hanno sottoscritto un altro contratto con cui Ericsson estendeva la concessione d’uso aggiungendo lo standard cellulare 4G, tuttavia «questi contratti sono scaduti ed Apple non ha più la licenza per poterli utilizzare».
La prima delle due cause intentate riguarda quattro brevetti, tra i quali c’è il numero 355 che riguarda «la trasmissione di informazioni di sistema su un canale condiviso di downlink», mentre nella seconda denuncia sono citati i restanti otto brevetti, incluso il numero 454 che riguarda invece il roaming WAN e LAN. Non è la prima volta che Ericsson ricorre alle vie legali con Apple, e per quanto riguarda le tecnologie in questione ha dovuto attendere che i contratti fossero effettivamente scaduti per poter procedere, nonostante il mancato raggiungimento di un nuovo accordo avesse già chiarito quale fosse la posizione di Apple a riguardo.
Il più recente risale a ottobre 2021, quando Ericsson ha citato in giudizio Apple per impedirle di presentare «una causa a sorpresa» con cui avrebbe potuto tentare di svalutare i brevetti stabilento che non erano più essenziali. Nel frattempo la multinazionale di Cupertino non è rimasta a guardare: in quell’occasione rispose denunciando Ericsson a sua volta a dicembre, sostenendo che l’azienda stava utilizzando «tattiche forti» nella negoziazione dei suoi brevetti.
Questo botta-e-risposta tra le due parti è simile a quello che ci fu nel 2015: all’epoca poi si risolse tutto con un nuovo contratto per le licenze, lo stesso che è appena scaduto.