“Voglio che smettiate di usare le nostre idee in Android. Ecco l’unica cosa che voglio. Spenderò il mio ultimo respiro, se è necessario, spenderò tutti i 40 miliardi di dollari che Apple ha da parte, fino all’ultimo centesimo, per mettere a posto questa cosa. Voglio distruggere Android perché è un prodotto spuratamente copiato. Sono deciso ad andare alla guerra termonucleare”. La parola (e il parere) di Jobs sul robottino verde sono messi nero su bianco nella biografia di Jobs scritta da Walter Isaacson e ora a distanza di qualche giorno arriva una “semi-risposta” di Eric Schmidt. Non una vera e propria risposta perchè il «commento è generale». dice l’ex amministratore delegato Google e «perchè – dice Schmidt – ho deciso di non commentare ciò che è stato scritto su un libro dopo la sua morte. Steve è un essere umano fantastico, una persona cara che mi che mi manca molto. Ma penso che la maggioranza delle persone sarebbe d’accordo se dico che Google è un grande realtà che fa innovazione e che lo sforzo dietro Android è iniziato prima dell’impegno su iPhone.”
Tecnicamente Eric Schmidt ha ragione: Android è stata fondata da Andy Rubin nel 2003 ed acquisita da Google nel 2005, tutto molto prima della presentazione dell’originale iPhone. Sarebbe quindi errato considerare la nascita di Android come una diretta conseguenza dell’arrivo di iPhone: il progetto Android nasce ufficialmente prima dell’iPhone. Nonostante ciò è altrettanto molto difficile negare che Android sia stato pesantemente influenzato dalle caratteristiche che l’iPhone ha introdotto in maniera efficace nel mercato degli smartphone. Gli iniziali prototipi di cellulari Android (un esempio è visibile nel video in coda all’articolo) presentati dal vivo, infatti, apparivano abbastanza diversi dal G1, il primo Android commercializzato nel 2008.
Si trattava di dispositivi molto più simili ai BlackBerry di RIM, che ai tempi era ancora il brand più forte negli USA nel settore smartphone. Simili non solo per quanto riguarda l’hardware, ma anche per l’interfaccia utente del sistema operativo.
Probabilmente il successo dell’iPhone – giunto mentre Schmidt era nel consiglio di amministrazione di Cupertino cosa che suscitò polemiche e timori di accordi tra le due realtà – ha determinato un sensibile cambiamento nell’impostazione del sistema operativo e nei progetti di Google. Il G1 mantenne quindi la tastiera full-querty tipica dei BlackBerry, ma dava maggior risalto all’ampio schermo touch e a un OS che ricordava da vicino l’esperienza iPhone e che poco rispecchiava quei primi prototipi di test.
Ovviamente non esiste la controprova sul fatto che in assenza di iPhone, il G1 non sarebbe lo stesso; nonostante ciò, sembra evidente il contributo che il cellulare di Apple ha dato ai trend di design e all’adozione massiccia del touch screen capacitivo, oggi riscontrabile praticamente su tutti gli smartphone di successo.