Il CEO di Apple, Tim Cook, ha testimoniato nell’ambito del processo che vede contrapposte Apple ed Epic Games e in varie domande il giudice Yvonne Gonzalez-Rogers ha sottolineato anomalie nelle policy di Cupertino per l’App Store.
La giudice ha fatto varie domande a Cook sulle politiche dell’App Store e alcune sue dichiarazioni. “Ha detto che volete offrire agli utenti il controllo, allora qual è il problema nel permettere agli utenti di avere opzioni più economiche per i contenuti?”.
Cook ha precisato che per “controllo”, intende il controllo sui dati, spiegando al giudice che gli utenti possono scegliere telefoni Android o iPhone.
La Rogers- scrive Macrumors – non è sembrata soddisfatta dalla risposta e ha chiesto ancora a Cook qual è il problema di Apple nel permettere agli utenti di comprare V-Bucks (moneta in game) in-app o richiamando un sito web esterno.
“Se permettessimo agli sviluppatori l’uso di link come questi, rinunceremmo alla nostra monetizzazione”, ha spiegato Cook. “Abbiamo bisogno di un ritorno per le nostre proprietà intellettuali. Ci sono 150.000 API da gestire, mettiamo a disposizione strumenti per gli sviluppatori e abbiamo spese di gestione”.
Il giudice Rogers ha fatto notare che Apple potrebbe monetizzare in altri modi, sottolineando che la maggiorparte dei giochi sono distribuiti con meccanismi di acquisti in-app, facendo notare che Apple non chiede commissioni da app di servizi finanziari di banche quali Wells Fargo.
I giochi effettuano transazioni direttamente sulla piattaforma ha spiegato Cook, riferendo ancora che avere un elevato numero di app gratuite comporta un notevole incremento del traffico su App Store, con un pubblico molto più ampio per le app di gaming, condizioni che non si verificherebbero senza app di gaming gratuite.
Il giudice Rogers ha sottolineato che prendere una percentuale negli acquisti in-app per i giochi e non farlo per altre app, è una scelta. “Ci sono chiaramente altre opzioni”, ha spiegato Cook. “Pensiamo che, nel complesso, questa sia la migliore”. La Rogers ha riferito di comprendere che Apple offre i giochi agli utenti ma che dopo l’interazione iniziale, sono gli sviluppatori a fidelizzare i i clienti. “A me sembra che Apple tragga profitto da questo”.
“La vedo in modo diverso”, ha spiegato Cook. “L’intero ammontare del commercio sullo store è merito nostro, e lo facciamo portando il più vasto pubblico possibile. Lo facciamo con molte app gratuite, mettendo a disposizione tutto quanto possibile”, ha spiegato ancora Cook.
“Non c’è concorrenza negli acquisti in-app e negli acquisti in-app dalle app”, ha spiegato la Rogers. Cook ha cercato di spiegare che gli utenti possono acquistare giochi su altre piattaforme, qualcosa che tocca agli sviluppatori decidere.
La Rogers ha riferito ancora di non credere che Apple abbia abbassato le commissioni per gli sviluppatori che guadagnano meno di 1 milione di dollari l’anno per via del COVID ipotizzando che Apple lo abbia fatto per le controversie in corso. “È stato fatto per il COVID”, ha replicato Cook. “Naturalmente, ho anche pensato alle cause legali”. Google ha modificato le sue policy a causa della concorrenza, ha fatto notare il giudice, riferendosi alla decisione di Google di ridurre i margini del Play Store; “voi non l’avete fatto a causa della concorrenza”.
La Rogers ha poi chiesto a Cook di un sondaggio secondo il quale il 39% degli sviluppatori è insoddisfatto dell’App Store, questione schiacciante nell’ambito del processo. Cook ha riferito di non essere a conoscenza di tale sondaggio ma ha spiegato che il fatto che 40.000 app vengono rifiutate ogni settimana porta inevitabilmente a qualche attrito con gli sviluppatori.
“Non mi sembra che avete concorrenti o abbiate incentivi per lavorare con gli sviluppatori”, ha detto la Rogers a Cook, evidenziando che Apple non è spinta dalla concorrenza a migliorare la situazione con gli sviluppatori e affermando ancora di essere sorpresa che Apple non conduca sondaggi per conoscere la soddisfazione degli sviluppatori, elemento che consentirebbe al produttore di migliorare i punti problematici.
Il processo sta volgendo al termine. Poi, toccherà al giudice prendere la sua decisione. Indipendentemente da cosa deciderà il giudice, la questione è tutt’altro che finita perché sicuramente ci saranno appelli.
Apple sostiene la necessità di mantenere lo status quo dell’App Store, evidenziando la sicurezza per gli utenti e come l’azienda contribuisca a mantenere l’App Store un luogo sicuro e affidabile, tenendo conto di misure atte a prevenire rischi vari.
La diatriba di Epic Games contro Apple è iniziata con l‘introduzione in Fortnite di un sistema di pagamenti diretto vietato dalle regole di App Store, ma anche dal regolamento di Google Play Store: il gioco è stato espulso da entrambi i negozi digitali. Tutti gli sviluppi della vicenda sono disponibili da questa pagina.