Epic Games è stata massicciamente penalizzata dall’atto punitivo con cui Apple l’ha espulsa da App Store chiede al tribunale di far sì che Apple ripubblichi Fortnite. E’ l’ultimo episodio di una battaglia legale cominciata a inizio agosto – e che probabilmente perdurerà ancora per molto – che vede la società sviluppatrice del gioco presentare un’ingiunzione preliminare con cui vorrebbe anche ripristinare il suo account sviluppatore, disattivato da Apple il 28 agosto al termine di un periodo di tempo in cui c’era ancora la possibilità di aggiornare l’app per rimuovere il sistema con cui aggirava le regole di App Store.
Per chi si fosse perso la vicenda, la riassumiamo in poche righe. Epic Games, ritenendo ingiusto versare ad Apple il 30% degli introiti come da regolamento dell’App Store, ha aggiornato l’app per aggirare il sistema di pagamenti interno dirottando tutti i movimenti sul suo negozio. Apple, appellandosi alla privacy, alla protezione dei suoi utenti e ai suoi diritti come da regolamento, ha rimosso preventivamente l’app chiedendo di ripristinare il sistema di pagamento usato fino a quel momento, pena l’annullamento del contratto tra le due parti. Epic Games in risposta ha portato la vicenda in tribunale, accusando la società di Cupertino di abuso di posizione dominante e ora chiede allo stesso tribunale, dopo essere stata sconfitta in una precedente ingiunzione preliminare, di ripristinare le sue applicazioni.
«Oggi chiediamo alla Corte di impedire ad Apple di ostacolarci per aver contestato la sua cattiva condotta durante il periodo in cui gli antitrust indagano sulla vicenda» ha dichiarato Epic Games nelle scorse ore «Apple è un monopolista e opporsi al suo operato è un passo necessario per liberare consumatori e sviluppatori dalle restrizioni, illegali, che Apple impone nel suo sistema di distribuzione delle applicazioni e nell’elaborazione dei pagamenti interni su iOS. Per troppo tempo gli sviluppatori hanno tenuto le bocche cucite perché temono le ritorsioni di Apple. Le sue recenti azioni di fatto dimostrano che se sfidi il suo monopolio, Apple tenterà di distruggere la tua attività. Ci impegniamo a far sentire la nostra voce e a garantire un accesso competitivo e a costi inferiori per tutti».
Epic Games spiega di avere perso il 60% dei giocatori iOS e ribadisce che la distribuzione dell’applicazione e la vendita in app sono due distinti prodotti che non hanno attinenza uno con l’altro. Di fatto Apple espellendo i giochi di Epic Games per la controversia sulla vendita in app esercita, dunque, un abuso di posizione dominante. Di qui la richiesta di ripristinare la sua applicazione su App Store.
«Se un giorno Apple deciderà di tornare alle sue radici, costruendo piattaforme aperte in cui i consumatori hanno la libertà di installare software da fonti di loro libera scelta, e allo stesso tempo gli sviluppatori potrnano raggiungerli e fare affari con loro senza intermediari, allora Epic Games tornerà ad essere un suo ardente sostenitore» scrive il CEO di Epic Games, Tim Sweeney «Ma fino ad allora, manterremo la nostra posizione, che si trova in totale disaccordo con la politica e le pratiche di Apple. Continueremo a perseguire questo obiettivo, come d’altronde abbiamo fatto anche in passato nell’affrontare altre ingiustizie che abbiamo incontrato in questo settore».
Ricordiamo che Epic Games non è sola in questa battaglia. A sostegno della causa hanno fatto sentire la loro voce anche altri giganti del settore, come Spotify, Facebook e Microsoft, a sostegno della tesi di Epic Games. Il rischio, dicono, è di monopolizzare il mercato ed eliminare ogni possibilità di concorrenza. Il polverone che si è sollevato ha attirato l’attenzione dei governi e degli antitrust, che hanno avviato un’indagine per accertarsi che i giganti tech come Apple e Google effettivamente non abusino della propria posizione per monopolizzare il mercato.