La battaglia in tribunale tra Epic Games e Apple prosegue, con l’azienda specializzata in videogiochi che ha presentato appello, presentando un atto di citazione presso la corte d’appello degli Stati Uniti per il Nono Circuito.
Sia Apple, sia Epic, hanno deciso di presentare ricorso contro il provvedimento che il 10 settembre dello scorso anno ha chiuso il primo grado di giudizio nella causa che ha visto contrapposte le due aziende per questioni legate all’App Store (in particolare l’impossibilità di usare meccanismi di pagamento che scavalcano quelli predisposti di serie da Apple).
La giudice Rogers aveva sentenziato che Epic ha violato il contratto implementando un sistema di pagamento alternativo in Fortnite, condannandola a pagare il 30% (circa 3,5 milioni) delle entrate raccolte ad Apple, non ha definito la Mela monopolista ma ha riconosciuto l’esistenza di pratiche anticoncorrenziali e stabito che quest’ultima deve offrire agli sviluppatori la possibilità di proporre nelle app sistemi di pagamento (link, pulsanti o altro) all’infuori di App Store, per consentire agli utenti di pagare con modalità alternative ai classici acquisti in-app visti finora (sistemi che consentono a Apple di ottenere fino al 30% dei ricavi sul costo complessivo).
Nell’ultima citazione, Epic continua ad affermare che le restrizioni di Apple e le commissioni richieste per App Store, danneggino sviluppatori e consumatori, arrivando a definire App Store non necessario.
“Con l’assenza di tali restrizioni, gli utenti iPhone e gli sviluppatori di app potrebbero usare app store alternativi, e gli utenti ottenere le app direttamente dagli sviluppatori”, si legge nella nuova documentazione presentata in tribunale. “Gli sviluppatori potrebbero offrire meccanismi di pagamento con funzionalità aggiuntive e costi inferiori per le loro app. Epic vuole ma non può competere con Apple per soddisfare tali richieste fornendo un app store per iPhone e soluzioni di pagamento in-app. Epic applicherebbe meno del 30% richiesto da Apple come commissione, rafforzando l’innovazione e riducendo i costi”. “Apple impedisce a Epic e altri potenziali competitor di offrire tali scelte, ed è per questo che Epic ha intentato questa causa antitrust”.
Secondo quanto sostiene Epic Games nel suo appello, il giudice ha in precedenza commesso errori, non individuando violazioni nelle leggi che disciplinano questa materia (la più nota delle quali è lo Sherman Act, la decisione che portò nel 1890 allo smembramento della Standard Oil, potente holding nel settore petrolifero), ritenendo che la sentenza dichiarativa debba essere ribaltata in favore di Epic.
Ricordiamo che la causa madre relativa alle commissioni del 30% e ai metodi di pagamento alternativi è quella che vede contrapporti Epic ad Apple. Tutti gli sviluppi della vicenda sono disponibili da questa pagina.