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Epic Games, presentata istanza di revisione per la controversia contro Apple

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Epic Games ha presentato un’istanza di revisione alla Corte Suprema, chiedendo in pratica di pronunciarsi sulla controversia legale che la vede contrapposta a Apple, puntando ancora una volta a ottenere il via libera per obbligare la Mela a consentire agli utenti l’uso di App Store alternativi.

La Corte Suprema è l’ultimo tentativo che Epic ha a disposizione dopo aver perso in appello. La Nona Corte d’Appello ad aprile si è allineata con quanto sostenuto dal tribunale di primo grado, stabilendo che le regole dell’App Store non comportano una violazione del diritto in materia di antitrust non consentendo la creazione di store di terze parti.

Dal 2020, Epic chiede a Apple di consentire gli acquisti in-app su store di terze parti, evitando in questo modo di pagare la commissione del 30% richiesta da Apple.

Nelle 488 pagine presentate, Epic indica varie motivazioni per le quali la Corte Suprema è chiamata a pronunciarsi, affermando che vi sono stati errori di valutazione da parte dei tribunali di grado inferiore e sull’importanza del procedimento, elementi che potrebbero avere ripercussioni su migliaia di sviluppatori.

apple risponde epic games

La diatriba va avanti da tempo, e nel primo grado di giudizio la giudice Yvonne Gonzalez Rogers ha sentenziato che Epic ha violato il contratto implementando un suo sistema di pagamento alternativo per l’app Fortnite, e deve dunque pagare il 30% (circa 3,5 milioni) delle entrate raccolte ad Apple. La giudice ha sostanzialmente respinto la tesi di monopolio sulla quale puntava Epic ma ha anche evidenziato che, ai sensi delle norme vigenti, Apple avrebbe metto in atto pratiche che possono essere considerate anticoncorrenziali.

Il gioco Fortnite non è stato tutt’oggi riammesso sull’App Store e Apple aveva fatto sapere che non lo sarà fino alla conclusione della disputa legale.

Nella sentenza della corte d’appello nove su dieci rivendicazioni sono state confermate a favore della Mela, ma un punto aveva stabilito che Apple non vìola normative in materie antitrust ma vìola una legge statale della California sulla concorrenza. Ad Apple è stato quindi ordinato di implementare modifiche all’App Store per consentire agli sviluppatori di usare metadati, link e altre azioni che rendano possibile all’utente sfruttare meccanismi di acquisto all’infuori dell’App Store, aprendo la strada all’implementazione di sistemi di pagamento alternativi per gli sviluppatori.

Apple ritiene che la Corte di Appello si si sia spinta oltre il dovuto, con una un’ingiunzione a livello nazionale per una questione che potrebbe riguardare solo la California, evidenziando che quanto sollevato sia di vasta portata e importanza tale da rendere fondamentale il parere della più alta corte della magistratura federale degli Stati Uniti.

Tutti gli sviluppi della vicenda sono disponibili da questa pagina.

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