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Enel ed Eni collaborano per l’ idrogeno verde

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Enel ed Eni stanno lavorando insieme per sviluppare progetti di idrogeno verde attraverso elettrolizzatori alimentati da energia rinnovabile. Gli elettrolizzatori saranno posizionati nelle vicinanze di due delle raffinerie Eni presso cui l’idrogeno verde possa rappresentare la migliore opzione di decarbonizzazione. Ciascuno dei due progetti pilota includerà un elettrolizzatore di circa 10 MW e si prevede che inizino a generare idrogeno verde entro il 2022-2023.

Nel segmento dell’idrogeno verde, il Gruppo Enel sta sviluppando progetti anche in Spagna, Cile e Stati Uniti. Se i miglioramenti economici attesi nel settore dell’idrogeno verde dovessero essere confermati, il Gruppo prevede di aumentare la sua capacità di produzione di idrogeno verde a oltre 2 GW entro il 2030.

Eni sta studiando ulteriori progetti in Italia e nel Regno Unito nel segmento dell’idrogeno.

Enel ed Eni insieme per lo sviluppo dell’idrogeno

L’idrogeno (H2) – spiega Eni – può essere la molecola che ci aiuterà a vincere la sfida della decarbonizzazione. L’elemento più abbondante di tutto l’Universo – il Sole e la Via Lattea sono fatti per tre quarti di idrogeno – è un ottimo vettore energetico in forma di gas. Un solo chilogrammo di H2 è in grado di sviluppare 142 MJ di energia, contro i 56 del gas naturale, i 45-46 di benzina, diesel o kerosene, i 30-32 del carbone e i 16 della legna. Può essere trasportato con facilità lungo gasdotti e, asso di briscola, non produce emissioni di CO2 o altri inquinanti!

Perché dunque l’idrogeno non è ancora generalmente e globalmente utilizzato? Prima di tutto, per ottenerlo sul nostro pianeta abbiamo un grosso problema: anche se sulla superficie terrestre ne possiamo trovare oceani interi, tutto questo idrogeno si trova in forma ossidata: si chiama… acqua.

Per poterlo utilizzare a fini energetici dobbiamo prima “estrarlo” dalle molecole d’acqua e poi immagazzinarlo. Ecco perché, a meno che non riusciamo a procurarcelo direttamente sul Sole, dove si trova già allo stato non ossidato, l’idrogeno va considerato come un vettore per il trasporto e lo stoccaggio dell’energia e non come a una fonte energetica.

La via principale per produrlo da fonti rinnovabili è utilizzare un elettrolizzatore. In questo dispositivo, fornendo elettricità all’acqua, si smontano le molecole di H2O nei suoi componenti, idrogeno e ossigeno, trasformando l’energia elettrica in energia chimica. Se fatto funzionare al contrario, l’elettrizzatore diventa una cella a combustibile che ritrasforma l’energia chimica in energia elettrica, utilizzando le molecole H2 e O2 per produrre molecole di H2O.

In questo modo si riesce a immagazzinare l’energia in eccesso prodotta dalle rinnovabili invece di sprecarla: quando produciamo troppa energia rispetto alla domanda, ad esempio in un impianto a pannelli solari o in una centrale eolica, possiamo deviare l’eccesso di elettricità a un elettrolizzatore alimentato ad acqua, utilizzare o liberare l’ossigeno in atmosfera e immagazzinare l’idrogeno comprimendolo in bombole. Quando, viceversa, la domanda di energia supera la capacità di produzione da rinnovabili, possiamo far funzionare l’elettrolizzatore al contrario e trasformare di nuovo l’energia chimica in energia elettrica.

Oltre a stabilizzare la rete elettrica, l’idrogeno è impiegato come carburante per automobili, camion, persino intere navi, o anche per alimentare processi industriali che richiedono grandi quantità di energia, come le acciaierie o l’industria del silicio, rendendole in questo modo più ecocompatibili.

Enel ed Eni insieme per lo sviluppo dell’idrogeno
Una cella a combustibile

La collaborazione di Eni ed Enel per l’impiego di idrogeno verde è annunciata dai dirigenti delle due società. Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo Enel, dichiara «Siamo interessati ad esplorare con Eni il promettente settore dell’idrogeno verde. Insieme, abbiamo identificato un paio di siti da cui iniziare con i primi progetti. Il sistema generale che abbiamo in mente funzionerà come un circuito chiuso in cui l’elettrolizzatore alimentato da energia rinnovabile e la raffineria saranno presso lo stesso sito, evitando così la costruzione di complesse infrastrutture di trasporto per l’idrogeno. Desideriamo vedere l’idrogeno verde rifornire i processi di raffineria e bioraffineria di Eni e stiamo lavorando per avere il primo sistema operativo prima della fine del nostro attuale piano triennale».

«Questa collaborazione per lo sviluppo dell’idrogeno verde rientra nella più ampia strategia di transizione energetica di Eni» dichiara Claudio Descalzi, Amministratore Delegato di Eni, aggiungendo «Il nostro obiettivo è quello di accelerare la riduzione della nostra impronta carbonica, implementando le migliori soluzioni applicabili a basse emissioni di CO2, verdi o blu, per ridurre le nostre emissioni dirette e fornire prodotti bio ai nostri clienti».

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