Tra restrizioni e una socialità che nell’ultimo anno ha vissuto alti e bassi, la comunicazione online è diventata fondamentale per raggiungere i propri affetti vicini e lontani. Ma quando le parole non bastano più, a volte c’è bisogno di un piccolo aiuto iconografico, per esprimersi al meglio e aggiungere un’estensione di concretezza e prossimità alle proprie comunicazioni. Samsung Electronics Italia, in occasione dell’Emoji Day di sabato 17 luglio, ha commissionato a Human Highway, società di ricerca online, un’indagine dedicata alle preferenze e le abitudini degli italiani proprio nell’utilizzo degli emoji, i colorati simboli ormai diventati parte fondamentale della comunicazione tra social network e messaggistica istantanea, tanto che due intervistati su tre hanno dichiarato di utilizzarli spesso o sempre.
Secondo la ricerca, gli emoji risultano essere utilizzati principalmente per cercare di esprimere al meglio le proprie emozioni (secondo il 55,8% degli intervistati), connotando così in maniera più efficace ogni messaggio. Gli emoji risultano altrettanto indispensabili per chiarire il tono del messaggio (34,2%), evitando spiacevoli fraintendimenti, così come per rafforzare il testo scritto (38%).
Ma chi sono i maggiori utilizzatori di emoji? Secondo il campione analizzato, che comprende 996 rispondenti eterogenei per età e genere, le persone che utilizzano con maggiore frequenza gli emoji sono le donne di età compresa tra i 35 e i 44 anni, abitanti nel Nord-Est e nel Sud Italia. Sono dunque loro a guidare le classifiche di utilizzo, e da un confronto con i rispondenti uomini risulta evidente come le donne prediligano emoji più connessi ai sentimenti, come il bacio e il cuore rosso (rispettivamente utilizzati dal 50% e dal 36% delle intervistate), mentre la controparte maschile sembra apprezzare maggiormente simboli più neutri, tra cui il pollice alzato (36,1%) e l’occhiolino (19,3%).
Differenze e preferenze che contribuiscono a creare la classifica assoluta degli emoji maggiormente utilizzati per entrambi i generi: al primo posto domina proprio il bacio , con il 41,4% di preferenze, a cui seguono la risata con le lacrime (40,9%) e il pollice alzato (29,7%).
Nonostante l’anno complesso, è interessante notare come complessivamente le prime undici posizioni della classifica siano occupate esclusivamente da emoji connotati positivamente, mentre il primo negativo compaia solo alla dodicesima posizione: si tratta dell’emoji che piange , che raccoglie il 5,6% delle preferenze.
Solo dando uno sguardo ai mesi più intensi del periodo pandemico si individua una parentesi più particolare, che introduce nelle prime posizioni della classifica alcuni emoji negativi, come due versioni di emoji con le lacrime, rispettivamente in quarta e decima posizione, (16%) e (10,7%), insieme all’immancabile mascherina in sesta posizione, con il 13,2% di preferenze. Altre novità di questa particolare classifica sono le mani giunte in preghiera , preferite dalle donne (10,2%, rispetto al 7,5% degli uomini) e le dita incrociate , predilette invece dagli uomini(10%, contro il 9,1% delle donne).
Non mancano tuttavia, anche in questo contesto, emoji legati ad affetto e sentimenti, per esprimere vicinanza ai propri cari: proprio quando la situazione globale ha infatti imposto un allontanamento fisico, la tecnologia è stata d’aiuto nel rappresentare in maniera visiva e concreta i propri sentimenti, condividendo non solo affetto e rammarico, ma anche speranza e uno spirito propositivo verso il futuro.
A sottolineare questo spirito sono soprattutto le risposte alla domanda “Quale emoji vorresti?”, che evidenziano la voglia di ripartire degli utenti, anche dai gesti semplici, come può essere un messaggio. Tra le risposte più significative si riscontra, infatti, chi desidera un emoji dedicato al vaccino, per sottolinearne l’importanza con amici e parenti; uno che esprima chiaramente l’abbraccio, gesto che nel corso della pandemia è particolarmente mancato; un emoji rappresentante la speranza; e l’immancabile arcobaleno, simbolo della ripartenza dopo la tempesta.